di Ignazio Stagno
Sono tornato a Palermo dopo otto mesi per 4 giorni. La città è lì a guardare il mare nell’attesa che gli ennesimi lavori di fantomatiche metropolitane e tram da trenino Eurodisney finiscano di violentarla. Cantieri aperti a cielo aperto e nemmeno uno finito dopo 3 anni di lavori. Il prato del Foro Italico è ormai un campo di fieno. Però 10 mila euro per il Gay-pride ci sono. E per il sindaco Orlando la manifestazione pro omosessuali diventa un teatro dove affogare i fallimenti del primo anno di amministrazione.
Un tendone itinerante, quello del Gay pride, che con tanto di Boldrini al seguito è un’operazione di make up per la giunta che sa di non aver ripetuto la “rivoluzione” de La Rete degli anni ’80-’90. Palermo ha bisogno di cambiare. Ma a lavoro o a scuola i palermitani non ci andranno col bus scoperto del Gay pride. Vogliono andarci in metro e in tram come gli è stato promesso.
Orlando fai ciò che dicevi di “saper fare”. Avrebbe fatto meglio Ferrandelli? Chissà. I giovani hanno votato per te, ma chiedono cambiamento.
Ah dimenticavo. Povero illuso. Sono vecchi dentro e giovani fuori, i ragazzi della Palermo che vuole cambiare pelle.
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