Favoreggiamento all’immigrazione clandestina. È con questa accusa che sono stati fermati tre sedicenti cittadini ucraini, sospettati di essere gli scafisti che trasportavano 78 migranti, in prevalenza siriani e afghani, a bordo di una barca a vela di circa 12 metri. L’imbarcazione, in evidente difficoltà dovuta al sovraccarico di persone, era stata intercettata e salvata da una nave della guardia costiera svedese, approdata al porto di Catania lo scorso 13 giugno. Nikolay Mendrik (35 anni), Demitri Durizki (35 anni) e Vitane Sabro (37 anni) sono stati identificati quali membri dell’equipaggio.
Il veliero batteva bandiera francese ma era sprovvisto di tutta la documentazione di bordo. Fatto che ha impedito di appurarne la vera nazionalità. I tre accusati sono stati trasferiti nel carcere di piazza Lanza. Quello che emerge dall’operazione, però, è un nuovo modo di trasportare i migranti in Italia. Cambiano le basi di partenza e cambiano anche i barconi. Non più pescherecci ma navi da turismo, che possono più facilmente passare inosservate nel traffico marittimo.
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