Sbarcati 617 migranti al porto di Catania Scortati dai militari su una nave inglese

Per Catania è la prima volta che una nave militare battente bandiera dell’Inghilterra entra in porto con un carico di migranti salvati nelle ultime ore nel Canale di Sicilia. Un gruppo di 617 persone è arrivato nel primo pomeriggio. 

Tra di loro ci sono 567 uomini, 48 donne di cui nove in stato di gravidanza e due minori. Sono ancora in corso le operazioni di sbarco. Ad accogliere l’enorme imbarcazione – che opera nel contesto dell’operazione Triton dell’Unione europea –  è arrivato anche il sindaco Enzo Bianco. I migranti sembrerebbero tutti in discrete condizioni di salute. In passato altre navi militari di Paesi stranieri – Germania, Francia, Irlanda – hanno portato nel capoluogo etneo profughi salvati in mare. 

Questo pomeriggio arriverà al porto di Augusta la nave Bourbon Argos di Medici Senza Frontiere – salpata sabato scorso per rafforzare le operazioni di ricerca e soccorso in mare di Msf – che ieri ha effettuato il primo salvataggio in mare di 477 persone, tra cui 141 donne e 17 bambini, tutti in buone condizioni generali. La maggior parte di loro è di origine eritrea, altri provengono da Bangladesh, Siria e Somalia. «E’ stata una grandissima emozione vedere 477 visi sereni, a bordo della Bourbon Argos, certi che il peggio era ormai passato», ha detto Loris De Filippi, presidente di Msf che è a bordo della nave come coordinatore medico. «Il barcone che li aveva trasportati fino a quel momento era del tutto malandato e non ce l’avrebbe mai fatta ad attraversare il Mediterraneo. Abbiamo fatto di tutto per accoglierli al meglio, fornendo cibo, lenzuola termiche, acqua, materassi per le donne e i bambini. Vedere quei 17 bambini giocare, mangiare mele e rincorrersi sul ponte della nostra nave è un’immagine che resterà per sempre nei nostri cuori». 

Intanto la Commissione europea ha approvato ieri l’Agenda sull’accoglienza che prevede la ripartizione tra tutti gli Stati dell’Ue dei richiedenti asilo, in base a quote fisse basate su popolazione, pil, tasso di disoccupazione e numero di rifugiati già ospitati. Proprio basandosi sull’ultimo criterio, l’Italia non dovrebbe accogliere più migranti per il 2015, anzi la presenza nei centri italiani dovrebbe ridursi di circa 30mila unità. 

Salvo Catalano

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