Nella stesse ore in cui un barcone carico di migranti ha consegnato alle spiagge catanesi sei giovani vittime, sono sbarcati gli oltre 12mila turisti attesi in città trasportati dalle tre grandi navi da crociera Celebrity Silhouette, Costa Favolosa e Mein Schiff 2. Un evento ribattezzato Operazione san Lorenzo pianificato dall’amministrazione comunale in grande stile, con tanto di percorsi guidati, accoglienza musicale e brochure. E pazienza se queste riportino un’illustrazione in linea con la visione classica dei croceristi e un allarmante errore grammaticale in bella vista (welcome in Catania, anziché il più corretto welcome to Catania): i turisti per dodici ore hanno potuto prendere possesso di una città incuriosita dal loro passaggio, considerato il clamore suscitato.
«È difficile capire come attraversare la strada», confessa con un risolino nervoso la francese Françoise. Accanto a lei il compagno annuisce. Anche la triestina Marja confessa di essere rimasta spiazzata dalla confusione e dal traffico. Ma non sanno di essere a dir poco fortunati. Come un miraggio per i cittadini etnei, dalle prime ore della mattina ha fatto la sua comparsa in via Dusmet uno zelante vigile urbano pronto a bloccare le auto per far passare quanti ne hanno bisogno da una parte all’altra. Per l’occasione, quasi tutti gli accessi agli Archi della marina sono stati chiusi, dato che è proprio la Vecchia dogana a dare il benvenuto ai turisti sbarcati, con tanto di marcetta tipicamente sicula come sottofondo musicale, pupari e manufatti in pietra lavica. Altra sorpresa è trovare aperti i battenti del punto informazioni della Provincia.
Piazza Duomo e via Etnea, assieme alla pescheria, hanno attirato un gran numero di visitatori. «I liked the fruit shops», afferma con un sorriso uno studente tedesco, Marcus, riferendosi alle immancabili bancarelle nei dintorni del mercato storico. La strada più rinomata della città all’ora di pranzo sembrava decisamente poco affollata, ma «qui stamattina c’era un delirio. Da panico», spiega una delle addette ai trenini turistici che stazionano nei pressi della Cattedrale. «In molti non sopportano il caldo; dà fastidio a noi, figurarsi a loro che non sono abituati a questo clima – prosegue la guida – Tanti ci hanno chiesto consigli per mangiare in posti vicino al mare». E che i ristoratori del centro siano quelli che meno stanno beneficiando dello sbarco di turisti lo conferma anche Simona, lavoratrice di uno dei locali nei dintorni della Collegiata. «C’è fudda e mala vinnita», commenta. «Il nostro non è un settore che vive di questo tipo di turismo». «Bar e chioschi sì, perché i turisti sono attratti da granite e arancini, ma non noi», le fa eco una collega intenta a distribuire volantini con i menù.
Non si aspetta commercialmente grossi incassi nemmeno Domenico Ferraguto del centro commerciale naturale Via Etnea. «Non ci aspettavamo che la perturbazione turistica avrebbe portato moltissimi introiti. I flussi sono stati essenzialmente legati a un percorso che va non oltre piazza Stesicoro – sottolinea – L’infelice pieghevole ha tagliato fuori aree come villa Bellini o l’orto botanico». E, aspetto da non sottovalutare, «dei 12mila arrivati, quelli che sono rimasti a Catania sono solo una parte. Un gruppo si è diretto a Taormina, un altro sull’Etna». Molte le cose da correggere, secondo Ferraguto, «a cominciare dallo slogan Piovono turisti. Ma è sicuramente positivo che l’amministrazione abbia fatto da cabina di regia», oltre ad aver trasformato tre sbarchi coincidenti in un evento.
Un evento, però, offuscato dalla tragedia accaduta quasi in contemporanea qualche chilometro più a sud. «Alcuni amici hanno condiviso la notizia su Facebook», afferma la signora Maria Pia. Non ne era a conoscenza una sua compagna di escursione, una gracile signora di origini olandesi. «Really?», ripete continuamente mentre vuole capire con esattezza a che distanza si trovasse dal litorale della Playa e dalla tragica coincidenza.
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