Sarà il Comune a sostenere i costi extra della Rap? Le accuse di Sala delle Lapidi. «Siamo all’atto finale»

«Siamo all’atto finale». È categorico Ugo Forello, consigliere del Gruppo Misto, nell’affrontare una domanda che si rincorre da mesi: chi deve sostenere i costi extra sostenuti da Rap per conferire i rifiuti nelle discariche catanesi dopo la crisi di Bellolampo? Ed è il quesito al centro del consiglio comunale, convocato dopo la nota del 29 novembre dalla partecipata che per la prima volta mette nero su bianco che i costi extra del conferimento spetterebbero al Comune di Palermo, visto che è con esso che ha stipulato il contratto di servizio sulla gestione dei rifiuti in città. L’azienda ammette che per problemi dovuti a «conto terzi» i costi sono aumentati: si tratta di circa 9,7 milioni di euro entro la fine del 2019, che pesano come un macigno sulle sorti dell’azienda che è già in difficoltà economica e sul bilancio del Comune, che negli scorsi giorni ha dovuto far fronte a una serie di tagli ai servizi dopo la nota dei revisori dei conti che ha indicato la necessità di un assestamento di bilancio.

La Regione siciliana, con una delibera del governo Musumeci, ha infatti promesso un aiuto che dovrebbe essere di sette milioni di euro ma i soldi non sono ancora in cassa. Da qui la richiesta dei revisori: bisogna approvare un emendamento all’assestamento per recuperare i 2,7 milioni mancanti o, se la Regione non arriverà in tempo, coprire anche i restanti sette per arrivare ai quasi dieci milioni di euro necessari. «Già quando la Rap ha sostenuto gli extra costi sul trasporto dei rifiuti questi non potevano che ricadere sul Comune di Palermo – afferma Forello a Sala delle Lapidi – Quindi la nota del 29 novembre è la scoperta dell’acqua calda. In tutto ciò il dirigente Fiorino l’8 agosto 2019 affermava che i costi erano a carica della Regione. E l’assessore Catania non fa nulla? Nel ddl sui rifiuti della Regione, d’altra parte, non è previsto nulla in questo senso. Come si è potuto dire dunque che c’erano le coperture? La verità è che la giunta Orlando non ha il coraggio di portare in aula l’aumento della Tari. Andate alle inaugurazioni dei centri comunali di raccolta ma avete portato la Rap in prefallimento. La Rap ha pagato solo il 50 per cento della fatture ai privati: così si rischiano i decreti ingiuntivi». 

C’è chi ricorda che l’assessore all’Ambiente Giusto Catania, presente in aula, nei mesi precedenti aveva predicato un appello alla calma affermando che «la situazione non è emergenziale ma è delicata». Un quadro complicato, dunque, che però rischia di essere scaricato sui cittadini, attraverso il temuto aumento della tassa sui rifiuti. La domanda però torna nuovamente: a chi spetta dunque sostenere i costi extra di Rap? «Bisogna prima esaminare gli elementi preliminari – spiega il dirigente all’Ambiente Francesco Fiorino – A partire dall’origine degli extra costi: oggettivamente questi derivano dall’anticipata chiusura della sesta vasca (saturazione anticipata di sette-otto mesi) conseguente al conferimento dei rifiuti da parte degli altri Comuni dell’area metropolitana (disposto con ordinanza dalla Regione) e la ritardata realizzazione della settima vasca (anche questa di competenza della Regione). Le previsioni degli uffici regionali indicavano per la realizzazione della settima vasca prima il 2018, poi metà 2019, e in ogni caso l’apertura si sarebbe affiancata alla chiusura della sesta vasca. Quasi sicuramente per la settima vasca se ne parla per il 2021. Ci sono elementi imputabili al Comune di Palermo, dunque, in questi costi extra? A mio parere no. Dinanzi ai ritardi istruttori della Regione la Rap a un certo punto ha indicato la possibilità di occuparsi della progettazione della settima vasca, che è in fase definitiva». 

Il pentastellato Randazzo ricorda poi la visita ispettiva dell’Arpa di settembre, a partire dalle montagne di rifiuti accatastati presso i locali del Tmb a causa del mancato smaltimento della quota giornaliera. Una vicenda, anche questa, ancora aperta visto che sta scadendo l’ordinanza sindacale con la quale il Comune ha provato ad affrontare la questione. Mentre resta al palo il regolamento sui rifiuti, che il consiglio comunale non è riuscito ancora a calendarizzare, schiacciato dalle mille urgente della città. Intanto sulla questione dei costi extra della Rap l’auspicio è quello di lavorare a un atto di indirizzo, da inoltrare magari anche alla Corte dei Conti. 

Andrea Turco

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