«Sapevano da tempo del crollo alle Chiazzette» Acireale, l’azienda forestale smentisce il Comune

«Non ne sapevano niente? È impossibile e ho le prove che lo dimostrano». Susanna Simone, dirigente del dipartimento di Catania dell’Azienda regionale foreste demaniali, non ci sta a passare per colei che si è disinteressata dell’incolumità dei turisti che da quattro mesi, ad Acireale, sono costretti a percorrere l’itinerario delle Chiazzette passando a pochi metri dai detriti dell’alto muro in pietra lavica, crollato lo scorso 5 novembre e finora mai messo in sicurezza: «Apprendo da lei le parole dell’assessore ai Lavori pubblici, Nando Ardita, secondo il quale il Comune sarebbe venuto a conoscenza soltanto due giorni fa della situazione – dichiara Simone –. Non so se l’assessore non sia stato informato, ma quello che è certo è che gli uffici comunali sono da tempo a conoscenza della situazione alle Chiazzette».

Il plurale non è casuale. A differenza di quanto dichiarato in una comunicazione inviata ieri dal servizio progettazione del settore Lavori pubblici, ad aver interloquito in questi mesi con l’Azienda regionale foreste demaniali, infatti, sarebbe stato più di un ufficio: «A fine novembre – continua la dirigente – ebbi modo di parlare con il dirigente del settore Protezione civile. Gli telefonai per informarlo del crollo e per chiedere se il Comune potesse darci una mano a risalire al proprietario del muro per sollecitarne la ricostruzione». Una richiesta a cui l’ufficio aveva risposto positivamente: «Mi fu detto che ci avrebbero pensato loro – racconta Susanna Simone – e si può comprendere che ciò fece sì che da parte nostra confidassimo in quell’impegno. Ricevere quel tipo di aiuto dal Comune, conoscere il nome del proprietario del terreno ci avrebbe permesso di velocizzare liter. Siamo consapevoli – prosegue – che l’area ricade all’interno della riserva naturale orientata della Timpa ma credo che l’interesse per il ripristino delle condizioni di sicurezza sarebbe dovuto essere di tutti».

Da parte sua, però, il settore Protezione Civile non solo non operò alcun approfondimento, ma non avrebbe nemmeno informato gli altri uffici sulla situazione alle Chiazzette. A dedurlo è la stessa dirigente dell’Azienda regionale foreste demaniali: «Non si spiega altrimenti la telefonata che poco tempo dopo ricevetti dal settore Lavori pubblici e manutenzioni – spiega Simone –. In quell’occasione l’ufficio ci informava del crollo, ma noi ne eravamo già a conoscenza e così mi toccò informare il dirigente di quanto promesso dal suo collega; e soprattutto – sottolinea – anche in quel caso fui rassicurata del fatto che il Comune avrebbe provveduto a fare la sua parte mettendo almeno un nastro che delimitasse l’area vista la situazione di potenziale pericolo».

Questa sorta di gioco a rimpiattino si è protratto per più di quattro mesi, nei quali il percorso delle Chiazzette – uno degli itinerari turistici più belli dell’intera costa jonico-etnea – ha visto aumentare il degrado dell’intera area già di suo vittima dell’inciviltà: «È una situazione spiacevole in cui a perderci siamo tutti – ammette Simone –. Mi prendo le mie responsabilità per non aver seguito l’evoluzione della vicenda. Purtroppo, però, facciamo affidamento su un personale stagionale e intervenire con rapidità nel periodo invernale non è semplice. Mi chiedo comunque per quale motivo in tutti questi mesi il Comune non abbia fatto nulla per informare il proprietario di quanto accaduto».

Adesso, però, l’intenzione è quella di fare da sé: «A questo punto credo sia la cosa migliore. Continuare a parlarsi senza far seguire alle parole i fatti serve a ben poco. Nel giro di dieci giorni opereremo un sopralluogo e avvieremo l’iter per il ritorno alla normalità». In prospettiva, inoltre, c’è anche un intervento di pulizia straordinaria dell’area in vista della stagione estiva: «Faremo anche quello – conclude Simone –. Il Comune ce lo chiede nella nota? Beh, iniziare a inviare le comunicazioni al dipartimento di Catania invece che indirizzarle erroneamente al distaccamento di Giarre potrebbe essere un buon punto partenza per velocizzare le comunicazioni».

Simone Olivelli

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