«Avrebbero pagato sanzioni amministrative personali con soldi dell’azienda». Così, con l’accusa di peculato in materia di falso, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente nei confronti di nove persone, attualmente indagate, figure apicali del consiglio di amministrazione e dirigenti della Rap. I fatti risalgono al 13 giugno del 2016, quando i carabinieri per la tutela del Lavoro in Sicilia nel corso di una ispezione a un cantiere stradale nel centro della città, dove erano in corso opere di rifacimento del manto da parte di operai Rap, hanno deferito otto soggetti per una serie di violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. In quella circostanza, è stata verificata anche la presenza di 31 lavoratori irregolari.
Nei loro confronti sono state elevate sanzioni per un totale di 57 mila e 278,20 euro. Da successivi accertamenti, tuttavia, sarebbe emerso che gli indagati avrebbero pagato le sanzioni pecuniarie non con fondi personali, ma con il denaro pubblico della società municipalizzata, attraverso un sistema di false attestazioni che coinvolgerebbe anche un ulteriore soggetto, dirigente dell’area finanza e bilancio della municipalizzata. Il 24 gennaio scorso, il gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura, ha emesso quindi il decreto di sequestro preventivo per equivalente nei confronti dei nove soggetti, per «preservare le somme indebitamente sottratte dal patrimonio dell’ente in house».
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