Santo Stefano di Camastra e l’antenna dei misteri

di Marila Re

Sembra il titolo di un libro di Andrea Camilleri, ma in realtà è la vicenda dell’Antenna di Contrada Letto, a Santo a Santo Stefano di Camastra. La location è delle più suggestive: un Santuario che domina un’ampia fascia della costa tirrenica, immerso nei boschi del Parco dei Nebrodi a 12 km dalla città delle ceramiche. Ma un elemento metallico sagomato sporca la cornice e imbruttisce il quadro: è un’antenna di trasmissione radiofonica.

A chi appartenga non è mai stato confermato, ma proprietaria della frequenza trasmessa – 107.0 – dovrebbe essere Radio Maria. Il condizionale è d’obbligo, perché l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, riferendosi all’antenna “incriminata” riconosce solo una “presumibile” appartenenza a Radio Maria, ma il Ministero delle Telecomunicazioni non ne ha mai dato conferma.

Qual è il problema? Che il palo di trasmissione nuoce alla bellezza del posto, ma soprattutto alla salute. Si è sempre saputo, ma la conferma è arrivata nel 2008, quando dalle rilevazioni dell’ l’Arpa risultò che il valore di campo elettrico totale alle alte frequenze, in banda larga, era 14,87 volt metro, superiore, più del doppio, a 6, limite stabilito dal DPCM 381 del 8 luglio 2003.

Per questo, l’allora Sindaco di Santo Stefano, Giuseppe Mastrandrea, firmò l’ordinanza, n.22 del settembre 2008, che fece e fa divieto di rimanere per più di quattro ore nelle aree limitrofe gli impianti radio televisivi di località Letto Santo all’interno di una superficie di circa 100 metri quadrati nei pressi delle antenne emittenti. E sì, perché, oltre all’antenna di Radio Maria, c’è un ripetitore Rai che, però, è legalmente e normativamente inattaccabile, anzi, imbattibile.

Ad essere “fuori legge”, insomma, è Radio Maria. L’emittente di ispirazione cattolica, infatti, non solo installò l’Antenna senza previa autorizzazione del Comune ma, nel 2008, su richiesta dell’Arciprete, Calogero Calanni, inviò i suoi tecnici per effettuare un sopralluogo, l’unico fino ad ora, senza comunicarne né il giorno, né l’ora.

Insomma, Radio Maria non riconosce la proprietà dell’antenna, ma precisa che non è nociva o dannosa. Forse non sarà la trama giusta per Camilleri, ma di sicuro ha tutti gli ingredienti di un giallo.

 

Redazione

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