«Il sagrato era diventato la latrina della chiesa e della città». Non usa mezzi termini don Carmelo Asero, parroco della Collegiata, per giustificare il diniego opposto alla Advs Fidas, l’associazione di donatori volontari di sangue che da almeno vent’anni, in occasione delle celebrazioni dell’Ottava di Sant’Agata, posiziona la propria autoemoteca davanti alla basilica nei pressi di piazza Università e che da quest’anno non potrà più farlo. Ed è proprio l’associazione a rendere pubblica la vicenda con un post sulla propria pagina Facebook in cui annuncia il veto opposto dal vicario giudiziale. «Nel giorno dell’Ottava – recita la parte conclusiva del post -, ci ritroveremo in una zona ancora da autorizzare a seguito del diniego della storica sede opposto dal parroco pro-tempore».
Accuse infondate secondo Asero che prima contesta la definizione di sede storica «dal momento che – commenta il prete a MeridioNews – un’ambulanza non può avere una sede storica». Poi si scaglia contro chi sostiene che sia stato lui a porre il divieto di sostare davanti alla chiesa. «Mi sono limitato – prosegue – a esprimere il dissenso della mia comunità al parroco della cattedrale, chiedendo se l’iniziativa potesse svolgersi altrove». Alla base della richiesta ci sarebbe il pregiudizio che le stesse iniziative arrecano al rito cerimoniale. «Perché, complice il posizionamento della autoemoteca – continua piccato Asero –, fedeli e turisti non vedono la porta della chiesa aperta e, tra le altre cose, nessuno si è mai interessato di dare qualcosa alla basilica per i servizi offerti: né il comitato, né il Comune, né la Fidas».
E tra i servizi, il parroco che alla Collegiata ha preso servizio da circa dieci mesi, annovera la fornitura di luce elettrica e il ponte radio. Se in passato il portoncino di ingresso della canonica e della segreteria parrocchiale costituiva un punto di appoggio per l’autoemoteca Fidas, da quest’anno invece si cambia musica. «Perché adesso la Collegiata deve riacquistare quella dignità e quell’onore che la storia le ha attribuito», aggiunge Asero. Ma cosa resta da fare per l’associazione di volontariato? «Adesso è un problema – sottolinea il direttore sanitario Fidas Vincenzo Caruso a MeridioNews -, perché dobbiamo chiedere l’autorizzazione al Comune per occupare il suolo pubblico».
Ma, al contempo, per il direttore sanitario il danno è relativo. «Perché – spiega Caruso – i nostri donatori sono sempre su chiamata, ovviamente una sede fissa aiuta ma non è necessaria. Il danno in realtà c’è se si considera che non potremo più reclutare donatori di sangue nella stessa misura rispetto a quanto fatto precedentemente». Adesso, dunque, la Fidas dovrà scegliere se posizionare il proprio veicolo in piazza Duomo, luogo per il quale l’associazione è in attesa del responso dell’Arcidiocesi, o in piazza Stesicoro. Ma in ogni caso dovrà richiedere apposita autorizzazione comunale.
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