«Contrariamente a quanto ipotizzato da organi di stampa, in quella strada non ci sono state “danze o caratteristiche annacate” in onore di note o ignote personalità criminali, come possono testimoniare i vigili urbani presenti». Così, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa, dice l’avvocato Pietro Lipera a proposito della sosta della candelora degli ortofrutticoli – raccontata da MeridioNews e ripresa da diverse testate locali e nazionali – e del successivo passaggio in una via senza uscita dove abita il presunto boss del clan Cappello Massimiliano Salvo, durante le ultime festività agatine. L’avvocato ha ricevuto mandato di «avviare le opportune azioni legali», vista «l’infondatezza e la grave colpa nel riportare fatti non rispondenti al vero». Nelle dichiarazioni diffuse dall’Ansa non si specifica a quali organi di stampa si riferisca Lipera. La nostra testata, intanto, non ha ricevuto nessuna comunicazione.
Lipera, in qualità di legale dei responsabili del cereo, ricostruisce così la vicenda. «Il cereo degli ortofrutticoli, come gli altri, doveva fermarsi per due ore. A quel punto il tesoriere dell’associazione ha comunicato ai vigili urbani che la candelora, avendo riportato un cedimento alle corde, aveva bisogno di immediati interventi di manutenzione – riporta l’Ansa – Per eseguire l’intervento di messa in sicurezza, il cereo sarebbe stato autorizzato a spostarsi dal centro della processione e a posteggiarsi in una zona della strada meno affollata, ed è stato spostato nello slargo dei Bastioni degli Infetti, dove c’è un altare votivo dedicato a Sant’Agata. Dopo la registrazione delle corde i portatori del pesante fercolo in legno decorato in oro eseguivano le prove per la tenuta delle corde. Prove che in dialetto si chiamano annacate, ovvero procedere avanti ed indietro, oscillando sui lati destro e sinistro del Cereo».
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