Saldate al pavimento, così spostare le transenne sarà praticamente impossibile. Stamattina gli operai si sono presentati tra le vie Castromarino, Plebiscito, Lago di Nicito e Fiorentino per provare a sistemare la situazione: dopo l’articolo di MeridioNews sulla sicurezza attorno all’area del palazzo crollato, il Comune di Catania si è messo in moto. «Transennata l’intera zona per il passaggio del fercolo», ha annunciato il municipio con un post su Facebook e con una nota inviata alla stampa. «È come se si fossero accorti oggi che c’era un problema», replica la residente che ha denunciato la situazione a questa testata.
Appena ieri pomeriggio, infatti, l’interdizione dei marciapiedi adiacenti agli edifici pericolanti era solo sulla carta. Il sindaco Salvo Pogliese aveva sancito la pericolosità della zona con un’ordinanza firmata il 30 gennaio, ma rispettata solo per la parte legata al divieto di accesso ai residenti dei palazzi, peraltro sotto sequestro. Le poche transenne erano già spostate, rendendo così possibile passeggiare sotto ai balconi dissestati e appoggiarsi ai muri di un edificio già parzialmente venuto giù. Un problema tanto più pressante nel giorno del giro esterno del fercolo di Sant’Agata, che proprio a pochi passi da lì si ferma in uno dei momenti più partecipati della festa.
Le preoccupazioni erano condivise anche da Riccardo Tomasello, presidente del comitato dei festeggiamenti, che aveva chiesto rassicurazioni sull’area del crollo. A lui aveva risposto Salvatore Fiore della Ferrovia Circumetnea: «I lavori sono bloccati», era stata, in sintesi, la risposta dell’ingegnere. Il riferimento era agli scavi della metropolitana per la tratta Stesicoro-Aeroporto. La galleria che avrebbe dovuto portare alla fermata Palestro era realizzata da una talpa, rimasta bloccata proprio sotto alle fondamenta del palazzo di via Castromarino. Il cantiere è sequestrato e dopo le celebrazioni per la patrona un consulente tecnico nominato dalla procura di Catania farà le prime perizie. Dalla facciata dell’edificio, intanto, è sparito anche il cartello «Via di esodo» posizionato ieri.
È sembrata una corsa ai ripari anche la scelta del primo cittadino di lasciare chiuso il balcone centrale del Comune e assistere ai fuochi pirotecnici di ieri sera da piazza Duomo. Le polemiche sull’ordinanza che prevedeva il «divieto di abitazione» entro un raggio di 40 metri dalla villetta adiacente la Cattedrale, dove sarebbero stati esplosi i fuochi da’ sira ‘o tri. Palazzo degli elefanti, del resto, sarebbe potuto rientrare nel perimetro delle zone da interdire. «Ho deciso di infrangere il protocollo e di vivere questo momento unico ancora più tra i catanesi, in mezzo alla gente, scendendo in piazza Duomo», ha scritto Pogliese su Facebook. Ma lo stesso primo cittadino, intervistato da Video Mediterraneo a margine del concerto di Giovanni Caccamo, aveva bollato come «strumentali» le polemiche sull’ordinanza e spiegato che, alla base del suo gesto, non c’era solo «una questione di stile di questa amministrazione». Ma anche la dimostrazione che «le regole valgono per tutti».
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