Sant’Agata, il piano del nuovo presidente Tomasello «Mai più salite mancate. Strada giusta? Le regole»

Una forte emozione, almeno nella prima fase, e poi «l’orgoglio e la voglia di impegnarmi». Sono le prime parole che il nuovo presidente del comitato per i festeggiamenti di Sant’Agata utilizza per commentare la sua nomina. Riccardo Tomasello, 41 anni, originario di Paternò: lui è l’uomo che ha messo d’accordo la curia e il Comune di Catania per il dopo Francesco Marano. L’ex segretario regionale del Partito democratico che per due mandati ha guidato il comitato istituito nel 2015 da Enzo Bianco. «Si tratta di un ruolo particolare – ammette Tomasello a MeridioNews – e devo dire che non mi aspettavo di avere le attenzioni della chiesa e di Salvo (Pogliese, ndr)».

Due attori che Tomasello conosce molto bene. Il suo infatti è un profilo che sintetizza una assoluta convergenza. Dietro a Tomasello si è lavorato sottotraccia come conferma anche il diretto interessato: «Il mio nome è venuto fuori da alcuni mesi e, inizialmente, mi sono tremate le gambe». Una delle ipotesi era quella di una sorta di Marano ter, grazie a una deroga al regolamento che impone un massimo di due mandati consecutivi con durata biennale

Tomasello è originario di Paternò ma «da 23 anni vivo a Catania. Sono stato adottato ormai», spiega. Ma qual è il suo rapporto con Sant’Agata? «Sono sempre stato un devoto – racconta – ma scegliendo un profilo basso e riservato e senza indossare il tradizionale sacco». Nella vita di tutti i giorni Tomasello si occupa di vini, come produttore grazie a un’azienda nel territorio di Nicolosi. Con la curia dal 2014 porta avanti un progetto di agricoltura sociale, grazie all’affidamento di un terreno alla piana di Catania dove si producono carciofi e in cui lavorano soggetti svantaggiati

I rapporti sono ottimi anche con l’amministrazione comunale. Grazie alla sua cooperativa, la Bios, Tomasello  si è occupato di coordinare gli eventi per il polo museale delle Ciminiere, in occasione dell’anniversario dello sbarco delle forze alleate in Sicilia durante la seconda guerra mondiale. Passati i facili entusiasmi iniziali su Sant’Agata sono tanti i capitoli aperti che dovrà affrontare il nuovo presidente. Dalle candelore ai nodi cerei e abusivismo dilagante. La strada però sembra essere quella del suo predecessore: «Regole e regolamenti sono fondamentali. Sono importanti e devono essere accettati per consentire una festa tranquilla. Sentirò tutti, come i componenti del Comitato per la legalità,  per capire come risolvere o correggere situazioni pericolose per il prosieguo della festa, senza preclusioni. Sono fuori dalla politica». Nel 2013 Tomasello un piccolo passaggio in politica lo ha fatto, come candidato al Consiglio comunale in appoggio a Raffaele Stancanelli. Raccogliendo alla fine poco più di 200 preferenze senza essere eletto. 

Nei ricordi del nuovo presidente c’è anche quanto accaduto durante l’ultima edizione. Cioè la mancata salita di via Sangiuliano e le successive polemiche dopo la dura presa di posizione del capovara Claudio Consoli e del parroco della cattedrale Barbaro Scionti. «Lo definirei un momento duro. Ho provato delusione e amarezza per una situazione che deve fare riflettere e imporci un cambiamento di rotta. Non conosco direttamente come si sono svolti i fatti ma dico che casi di questi non devono succedere mai più, senza ragionare su chi ha torto o ragione. Non ci si può permettere più visioni di quel tipo, perché si tratta di una sconfitta per tutti». Tomasello non svela cosa ha in mente nell’immediato futuro ma qualche spunto c’è già: «Vedo l’arte al centro, con più utilizzo dei social. Perché ho notato che non si sfruttano i canali più apprezzati del momento. La festa è un momento di devozione ma è anche utile per incrementare il turismo». 

L’ultima parte della chiacchierata è legata a coloro che lo affiancheranno nel comitato direttivo. Tra loro, tra lo stupore generale, è spuntato anche il nome dell’avvocato Carmelo Peluso, difensore dei colletti bianchi e tra questi dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo. «La mia è una squadra di alto profilo – conclude – che mi aiuterà a prendere le decisioni giuste. In realtà non li conosco direttamente ma solo di fama, adesso ci sarà modo per confrontarci».

Dario De Luca

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