Il cartello «Via di esodo» è appoggiato al muro perimetrale di un palazzo crollato. Il colpo d’occhio è immediato, tra via Lago di Nicito e via Castromarino. A pochi passi da lì, il fercolo di Sant’Agata passerà come ogni anno per il tradizionale giro esterno. Via Plebiscito e le traverse limitrofe si riempiranno di decine di migliaia di persone: devoti, e non solo, della patrona della città. Ma se qualcosa dovesse andare storto proprio alla curva delle trattorie di carne di cavallo toccherà fare particolare attenzione: via Daniele, dove c’è un’altra via di esodo, incrocia via Castromarino là dove sono le transenne dell’interdizione al traffico. In via Lago di Nicito la situazione è uguale.
«Noi nelle nostre case non possiamo stare perché sono inagibili. Invece migliaia di persone potranno accalcarsi in quell’angolo, premere contro i muri di un palazzo pericolante, camminare sotto ai balconi di un edificio sotto sequestro… È incredibile». Lo sfogo di una residente non tarda ad arrivare. Abitava in una delle palazzine confinanti con quella che ha ceduto: non ha più una casa e vive con il marito e la sua bimba dai genitori. «Ho la consapevolezza di essere una privilegiata», sospira. L’ordinanza sindacale di inagibilità dei palazzi parla molto chiaro. «Stante le condizioni di stabilità precaria degli edifici, si rende necessario dichiarare non fruibili gli immobili fino a quando non verrà eseguita una verifica statica e la messa in sicurezza previa autorizzazione dell’autorità giudiziaria», si legge nel documento firmato dal primo cittadino Salvo Pogliese.
Per i primi giorni dopo le festività agatine è fissato l’appuntamento degli abitanti con il consulente tecnico d’ufficio nominato dalla procura di Catania. Sul crollo delle scorse settimane è stato aperto un fascicolo. Serve fare chiarezza sui motivi per i quali, sotto al palazzotto, si è creata una voragine all’interno della quale sono finite porzioni di case e balconi. Il dito dei cittadini è puntato sui lavori – ora sospesi – della metropolitana: la talpa della Cmc, la società che si occupa degli scavi per la tratta Stesicoro-Aeroporto (e, in particolare, della porzione di binari che arriverà fino a piazza Palestro), era arrivata proprio sotto a via Castromarino. Le fessure che si erano aperte nelle pareti avevano preoccupato chi viveva nel palazzo, tanto che al momento del cedimento i vigili del fuoco erano già lì. Chiamati da chi aveva visto le crepe allargarsi dentro casa.
«Non penso che ci siano altri rischi – commenta Alessandro Porto, assessore comunale alla Protezione civile – Già quello che doveva crollare è crollato». Ma Riccardo Tomasello, presidente del Comitato dei festeggiamenti di Sant’Agata, non era dello stesso avviso fino a poche ore fa. Quando, cioè, ha inviato una lettera alla prefettura chiedendo se fosse necessaria particolare attenzione sul percorso del fercolo per motivi di sicurezza. «Mi hanno risposto che non ci sono problemi né pericoli, la processione si svolgerà normalmente secondo le tappe indicate», spiega a MeridioNews. O meglio: la Ferrovia Circumetnea ha spiegato che gli scavi sono sospesi. «Lì all’angolo si fa sempre lo scarico della cera – afferma la residente – C’è sempre un grande movimento lì in zona». Anche perché le transenne che dovrebbero interdire i marciapiedi su via Plebiscito e via Lago di Nicito sono state spostate e rendono perfettamente possibile il passaggio dei pedoni in una giornata normale. Figurarsi durante il giro esterno della patrona.
«Siamo molto preoccupati, anche perché c’è un’ordinanza del sindaco che ci obbliga alla messa in sicurezza», continua. Il testo firmato da Pogliese, il 30 gennaio, si sofferma sulla necessità di procedere «immediatamente e comunque non oltre trenta giorni dalla data di notifica alla verifica strutturale dell’edificio, al monitoraggio delle parti pericolanti e, tramite impresa qualificata e sotto la direzione di un tecnico abilitato, ai lavori di messa in sicurezza e a quant’altro dovesse risultare necessario per garantire l’incolumità delle persone». Tutte operazioni che potranno svolgersi dopo che la procura avrà dato il suo permesso. «Che senso ha questa ordinanza – domanda la residente – se poi, per la festa di Sant’Agata, non ci si pone il problema che flussi così grandi di persone possano peggiorare la situazione di un immobile già gravemente compromesso?».
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