«L’acqua in esame non risulta essere idonea per la balneazione per elevato numero di enterococchi ed escherichia coli». Il verdetto è secco: l’acqua antistante la spiaggetta Cocole di Santa Tecla, frazione marinara di Acireale, è inquinata. La notifica dei risultati delle analisi effettuati da uno studio specialistico ha portato il Comune a emettere un’ordinanza per vietare la balneazione in uno dei punti più frequentati del litorale acese. «Le acque interessate potranno essere adibite di nuovo alla balneazione a seguito di ordinanza sindacale di revoca, conseguente a nuovo campionamento effettuato dall’Asp, dal quale risultino rientrati nella norma i valori in atto eccedenti», si legge nel provvedimento firmato dal sindaco Stefano Alì. Al momento, però, non è prevedibile quando ciò avverrà.
La questione dei problemi legati all’inquinamento delle acque lungo la costa ionica affonda le radici nel passato. Le cause stanno nell’assenza di depuratori. Ad Acireale da anni si attende la realizzazione dell’impianto per il quale l’Unione europea ha stanziato circa duecento milioni di euro. L’anno scorso sono stati appaltati i lavori di progettazione della rete fognaria che servirà a far confluire nel futuro depuratore i reflui provenienti da oltre una decina di centri del comprensorio.
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