S. M. La Scala, falso allarme su sagoma avvistata Si trattava di un giubbotto logoro finito in mare

Ancora una volta si è trattato di un falso allarme. La sagoma avvistata a circa 16 metri di profondità nelle acque a largo di Santa Maria La Scala, era in realtà un giubbotto logoro. Come ha confermato il fratello di Enrico Cordella, Salvatore, il giubbotto non è del 22enne ancora disperso. È stata la segnalazione arrivata da un gruppo di sommozzatori privati ad avere riattivato le ricerche di Enrico Cordella, il 22enne di cui ancora non si trova il corpo dopo che è stato travolto dalla mareggiata di domenica scorsa sul molo della frazione marinara di Acireale mentre si trovava, all’interno di una Fiat Panda verde, con la fidanzata Margherita Quattrocchi e l’amico Lorenzo D’Agata. Di questi, i funerali sono stati celebrati lo scorso mercoledì.  

«Appena ci hanno avvertito, siamo arrivati.
Speriamo sia lui», aveva detto a MeridioNews Salvatore, il fratello di Enrico, arrivato sul molo – che è stato chiuso – insieme a una cinquantina di altre persone. A portare avanti le ricerche del giovane sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco. Sul posto, intanto sono giunti anche i pompieri di Acireale, la polizia e i carabinieri oltre a una ambulanza del 118.

Le ricerche in mare da parte delle autorità sono state ufficialmente
interrotte già da venerdì. Continuano invece quelle condotte per tutta la costa, fino ad Augusta (in provincia di Siracusa), da parte di molti volontari che hanno accolto gli appelli di Salvo Cordella – il fratello di Enrico – e del parroco Francesco Mazzoli. Oltre ai pescatori di Santa Maria La Scala e di Aci Trezza, tra i volontari ci sono anche sei sub che stanno procedendo con le immersioni anche insieme alle associazioni Life Onlus e Sigonella Scuba Club.

Simone Olivelli

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