Santa Barbara, pontificale del vescovo Gristina «Bisogna far conoscere il vero volto di Paternò»

C’era grande attesa oggi a Paternò per l’intervento dell’arcivescovo di Catania Salvatore Gristina, che avrebbe celebrato il pontificale nella chiesa di Santa Barbara in occasione dei festeggiamenti per la patrona. Ci si aspettava una decisa presa di posizione da parte del massimo rappresentante della chiesa etnea, dopo i fatti di cronaca dello scorso 2 dicembre. Quando i portatori di due cerei hanno eseguito un inchino di fronte all’abitazione del pluripregiudicato Mimmo Assinnata, attualmente detenuto, ritenuto reggente dell’omonima cosca legata al clan Santapaola. Un fatto finito sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine, la cui relazione ha obbligato il questore di Catania, Marcello Cardona, a vietare alle due varette di partecipare alle celebrazioni. E mentre la chiesa era gremita in ogni posto Gristina cominciava il suo discorso. Che ha diviso la platea: da una parte gli insoddisfatti, che si aspettavano una chiara condanna. Dall’altra quelli che hanno condiviso l’intervento «diplomatico e istituzionale».

«Vogliamo che la festa di santa Barbara esprima la nostra vera identità cristiana – afferma il prelato durante la sua omelia – La festa vede convergere in rispettosa collaborazione i responsabili civili ed ecclesiastici del territorio. Le forze dell’ordine hanno giustamente censurato quanto accaduto nei giorni scorsi, il fatto che ha contaminato la festa». Il vescovo, però, precisa: «Questa situazione non è accaduta durante un momento tipicamente religioso. L’intervento e le disposizioni adottate sono certamente a difesa dell’ordine pubblico, ma anche a garanzia del senso genuino della religiosità popolare. Essa non va profanata, ma promossa, rispettata nei suo veri valori. Spetta quindi a ciascuno di noi vivere e far conoscere il vero volto della città». 

A corredo dell’omelia di Salvatore Gristina, lo striscione retto da alcuni componenti delle associazioni di volontariato paternesi che hanno aderato alla manifestazione antimafia indetta dall’amministrazione comunale. «Paternò non s’inchina», recita il manifesto. Al quale fa eco la preghiera letta dal sindaco Mauro Mangano. In cui si chiede alla patrona un aiuto per «liberare le donne e gli uomini di questa città che ogni giorno ricevono l’offesa della violenza». Intanto, alla luce di quello che è successo, il primo cittadino ha adottato alcuni provvedimenti. In primis la decisione di redigere e approvare un regolamento comunale per impedire ai pregiudicati di partecipare alla processione in onore di santa Barbara. Poi istituire un percorso obbligatorio per i cerei votivi, onde evitare che vaghino liberamente per le vie cittadine. Ultimo punto è la revoca immediata del contributo economico ai cerei autori del gesto, oltre che la decisione di «agire in giudizio contro di loro per il danno all’immagine della città».

Salvatore Caruso

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