Nuova Rete ospedaliera: saltano 8 ospedali della Sicilia? L’inghippo sgamato dall’onorevole Salvatore Cascio

«Con molta probabilità, questa postilla che prevede la chiusura di otto ospedali siciliani è un refuso?». Con questa domanda dell’onorevole Salvatore Cascio, la scorsa settimana, i lavori della Commissione Sanità dell’Ars sono stati frettolosamente chiusi. Ed è anche logico: leggendo le carte del Piano per la rimodulazione della Rete ospedaliera siciliana, il deputato di Sicilia Democratica (la nuova formazione politica fondata nei giorni scorsi da Lino Leanza, da altri cinque parlamentari dell’Ars – tra i quali, appunto, Cascio – e da tanta gente sparsa per i territori) ha scoperto che otto piccoli ospedali siciliani verranno chiusi. Una notizia che fa a pugni con quanto annunciato qualche settimana fa dal presidente della Regione e dall’assessore alla Salute. 

Mentre scriviamo la Commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana è riunita. All’ordine del giorno c’è ancora l’esame del Piano per la nuova Rete ospedaliera della Sicilia. Ci saranno novità? «La scorsa settimana, quando i lavori della Commissione sono stati interrotti, l’assessore Borsellino ci ha comunicato che si sarebbe recata a Roma per capire come stanno le cose», ci ha detto l’onorevole Cascio poco prima di recarsi in Commissione Sanità.    

Per la cronaca, nelle scorse settimane il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, come già ricordato, hanno annunciato – con grande clamore sui giornali e con grande soddisfazione – che i piccoli ospedali siciliani non sarebbero stati chiusi. Al contrario, sarebbero rimasti in vita dando vita agli Ospedali riuniti. 

Il problema è che, leggendo le carte, la scorsa settimana, l’onorevole Cascio – che forse un po’ di sanità la mastica, visto che nella vita fa il medico – ha scoperto un inghippo che andrebbe chiarito. «Ho scoperto – ci racconta – che il 31 dicembre 2016 il Piano per il riordino della Rete ospedaliera della Sicilia prevede la chiusura di otto ospedali. Ovvero gli ospedali di Ribera, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli, Noto, Mazzarino, Salemi, Leonforte e Giarre. Insomma otto ospedali da chiudere in otto province, tranne, guarda caso, Palermo». 

«La cosa mi ha lasciato basito – aggiunge il parlamentare – perché nei giorni precedenti il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino avevano annunciato la nascita degli Ospedali riuniti. Poi leggo che otto ospedali siciliani chiuderanno il 31 dicembre 2016. Così mi sono chiesto e ho chiesto: qual è la verità? Gli ospedali rimangono aperti o chiudono?». 

Per sì e per no, la scorsa settimana il presidente della Commissione Sanità dell’Ars, Pippo Di Giacomo (Pd) ha chiuso i lavori della Commissione Sanità. Oggi ne sapremo di più. 

Intanto l’onorevole Cascio ci racconta altri particolari che ci lasciano di stucco. «Per l’ospedale di Ribera – che è la cittadina dell’Agrigentino dove il parlamentare vive – il Piano per la nuova Rete ospedaliera prevede un potenziamento. E cioè: una struttura semplice di Cardiologia con otto posti letto, una struttura complessa di Medicina con 18 posti letto, una struttura complessa di Chirurgia generale con 12 posti letto e una struttura semplice di Dermatologia con 4 posti letto. Ripeto, per l’ospedale di Ribera è un gran potenziamento, visto che oggi non ci sono Cardiologia e Dermatologia, mentre l’attuale Chirurgia è senza primario. Così ho chiesto: ma come, assessore Borsellino, tutto questo gran potenziamento per arrivare al 31 dicembre 2016 con zero posti letto? A mio avviso, se tutto ciò dovesse avvenire, si profilerebbe pure il danno erariale».  

L’onorevole Cascio ci racconta anche un’altra stranezza di questa nuova e mirabolante Rete ospedaliera siciliana. «Nella parte del Piano che riguarda la provincia di Messina ho letto qualcosa di veramente particolare – puntualizza Cascio -. Presso l’ospedale di Milazzo, dove opera un reparto di Ostetricia e Ginecologia con all’attivo oltre mille parti all’anno, si prevede una struttura semplice di Pediatria con 4 posti letto. Mentre a Barcellona Pozzo di Gotto, ospedale che, stando a quello che ho letto, dovrebbe chiudere il 31 dicembre 2016, dove non mi sembra che ci sia un reparto di Ostetricia e Ginecologia, si prevede una struttura complessa di Pediatria con 7 posti letto. A rigor di logica, la struttura complessa di Pediatria andrebbe affiancata al reparto di Ostetricia e Genecologia di Milazzo e non all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto!». 

«Detto questo – conclude il deputato di Sala d’Ercole – mi auguro che oggi l’equivoco venga chiarito. Perché non posso e non voglio pensare che Roma abbia già bocciato gli Ospedali riuniti previsti dalla nuova Rete ospedaliera siciliana».  

Che dire? Che oggi, dopo la riunione della Commissione Sanità dell’Ars, ne sapremo di più. Francamente, a noi sembra assurdo che, dopo aver annunciato la nascita degli Ospedali riuniti, il presidente Crocetta e l’assessore Borsellino siano costretti a fare marcia indietro. Perché la notizia della chiusura degli ospedali di Ribera, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli, Noto, Mazzarino, Salemi, Leonforte e Giarre sarebbe veramente una bomba.     

Giulio Ambrosetti

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