Sanità, i dubbi sulla scelta dei manager etnei Foti (M5s): «Basta con le gestioni discutibili»

Il dissenso c’è stato. Non c’è stata polemica dai toni accesi, ma una puntualizzazione sul metodo, beh, quella è arrivata. Non lo nega Nico Torrisi, assessore regionale alle Infrastrutture. Non si parla di opere pubbliche, ma di sanità. E, precisamente, della riunione della giunta regionale di qualche giorno fa. Quando il governo ha nominato i manager della sanità di Catania e provincia: Francesco Garufi al Cannizzaro, Ida Grossi all’Azienda sanitaria provinciale (Asp) e Giampiero Bonaccorsi al Policlinico universitario. Noi abbiamo scritto che, nella riunione di giunta, gli assessori Nico Torrisi e Paolo Ezechia Reale hanno manifestato qualche dissenso. «Non abbiamo posto un problema di merito, ma di metodo – ci dice Nico Torrisi – Abbiamo detto che, su scelte così importanti, sarebbe auspicabile il coinvolgimento preventivo».

Un modo elegante e pacato per dire che le nomine apicali della sanità catanese le hanno fatte il gelese Rosario Crocetta e la palermitana Lucia Borsellino. L’assessore Torrisi, insomma, ammette il dissenso, ma spegne ogni possibile polemica. «Anche perché – aggiunge – l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ci ha illustrato il lavoro fatto e come il governo è arrivato alla scelta dei tre manager». Insomma, Torrisi e Reale hanno posto un problema politico. Il primo per conto dell’Udc, il secondo per conto di Articolo 4, il Movimento dell’onorevole Lino Leanza.

Polemica chiusa? Non esattamente. Sulla sanità catanese interviene anche la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle Angela Foti. Che coglie l’occasione al volo per mettere in luce l’operato degli ultimi due commissari dell’Azienda sanitaria provinciale: «Attendevamo da anni ormai una figura stabile che dirigesse con lungimiranza e competenza l’Asp nel territorio catanese – dice Angela Foti -. La nostra speranza è che la Grossi si mostri all’altezza del difficile compito assegnatole, considerata la mole di lavoro e la situazione per nulla rosea nella quale versano gli ospedali catanesi». «Ci auguriamo soprattutto – aggiunge – che prenda le distanze dalle discutibili gestioni dei suoi predecessori commissari straordinari».

A questo punto Angela Foti comincia a picchiare veramente duro: «Prima Gaetano Sirna, oggi nominato dirigente generale dell’Asp di Messina, oggetto di una nostra interrogazione nella quale chiediamo al governo regionale informazioni circa eventuali azioni disciplinari da intraprendere nei suoi confronti, dopo che lui stesso ha ammesso di aver avuto un comportamento superficiale nel momento in cui concesse la scandalosa aspettativa retribuita al dottor Paolo Micali Bellinghieri, il medico del San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre, saltato agli onori della cronaca nazionale per avere, negli ultimi nove anni, goduto di congedi di varia natura, di aspettativa non retribuita e, più recentemente, retribuita. La seconda, la dottoressa Murè, anch’ella oggetto di una mia recente nota indirizzata all’assessore Borsellino a seguito dei ripetuti dinieghi nel predisporre un incontro con la sottoscritta».

«La Murè per diverse volte, troppe – insiste la deputata grillina – ha prima fissato un incontro e, poi, non si è mai fatta trovare nel luogo dell’appuntamento, adducendo scuse improbabili e trascurando il fatto che le mie richieste fossero espressione dei bisogni dei cittadini e non futili perdite di tempo o men che meno passerelle politiche».

Come si può notare, i dubbi manifestati dal nostro giornale sull’approssimativa (vogliamo essere buoni…) gestione della sanità pubblica catanese degli ultimi mesi (se non degli ultimi anni) sono confermati da una parlamentare dell’Ars che ancora, su fatti non certamente secondari, aspetta risposte dal governo regionale.

Giulio Ambrosetti

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