DA UNA PARTE L’INCONCLUDENZA DELL’ACCOPPIATA CROCETTA-LUCIA BORSELLINO. DALL’ALTRA PARTE I PROBLEMI VERI DI CHI RISCHIA DI PERDERE IL POSTO DI LAVORO
Mentre la politica siciliana si affanna per trovare i soldi per pagare i precari della pubblica amministrazione esplode la protesta degli infermieri precari, che lunedì 23 dicembre daranno vita a un sit-in a Palermo, davanti la sede dell’assessorato regionale alla Salute.
Non si tratta, in questo caso, di raccomandati di politici e sindacalisti che hanno trovato posto alla Regione, nelle Province e nei Comuni, ma di personale altamente specializzato che, per quindici anni, ha risolto enormi problemi alla sanità pubblica della nostra isola. E che adesso rischia di essere messa da parte.
Parliamo degli infermieri precari che rischiano di andare a casa perché, adesso, con i processi di mobilità, gli infermieri siciliani che fino ad oggi hanno lavorato fuori dalla Sicilia rientreranno nella nostra Isola. Toglendo il posto di lavoro a chi ha operato bene da quindici anni. Un’assurdità tutta italiana.
Nei giorni scorsi gli infermieri precari della provincia di Palermo hanno scritto una lettera. Leggiamola insieme, perché spiega bene quello che sta succedendo.
“Cari concittadini,
siamo un gruppo di infermieri, accomunati dalla status assolutamente precario del nostro lavoro. Costituiamo la parte fondamentale del processo di assistenza medica, ma ci ritroviamo a svolgere la nostra delicata missione in uno stato non ideale: i nostri contratti scadranno il 31 dicembre e non verranno rinnovati. Il nostro status di precari è stato fondamentale per coprire i buchi degli organici degli ospedali pubblici della nostra Regione, grazie alla nostra totale disponibilità a doppi turni e a sacrifici, sempre pronti a coprire le ferie del personale di ruolo. Adesso, a causa delle procedure di mobilità in atto, i nostri posti verranno riempiti da lavoratori a tempo indeterminato, che sono andati al Nord a prendere questi posti e che adesso scendono a riempire quelle famose lacune in organico che ci hanno permesso di lavorare per tutto questo tempo in una continua condizione di stress e con minori diritti sindacali. Vogliamo specificare che non abbiamo niente contro il sacrosanto diritto di ritornare per chi ha fatto la dura scelta di allontanarsi dalla propria città e dalle proprie famiglie, ma è insopportabile il fatto che tutto il nostro lavoro fino a questo momento venga valutato zero, privilegiando chi già ha un contratto.
Dopo il sit-in del 28 agosto scorso ci siamo riuniti in un assemblea che contra 300 infermieri precari e disoccupati della sola provincia di Palermo. Abbiamo intenzione di ritornare a protestare contro le leggi che ci impediscono di concorrere allassegnazione dei posti che abbiamo riempito per anni (garantendo così i servizi minimi della sanità regionale).
È assolutamente ingiusto che sia stato possibile firmare contratti a tempo indeterminato al Nord, mettersi in aspettativa dopo poco tempo per andare a concorrere (e anche a vincere) per posti a tempo determinato qui in Sicilia, permettendo così che alcuni coprissero più ruoli mentre molti restassero precari a vita.
È assolutamente ingiusto che, grazie a unodiosa clausola nei nostri contratti che prevede la “cessazione anticipata del contratto di lavoro al verificarsi delle condizioni di reclutamento a tempo indeterminato tramite mobilità”, siano stati terminati anticipatamente già molti contratti (che sarebbero scaduti il 31 dicembre) per favorire il rientro tramite mobilità. In sostanza è come se ci venisse detto: il posto che occupi non ti spetta anche se è da quindici anni che ci lavori con sacrificio e dedizione, anche se hai seguito decine di corsi di aggiornamento per migliorare la tua competenza, perché per legge esso spetta a un tuo collega che ha soli tre anni di esperienza, ma al nord.
È questa la tanto sbandierata meritocrazia?
È questa la famigerata rivoluzione del Governo Crocetta?
È meritocrazia mandare a casa Maria, madre di due figli, da quindici anni infermiera precaria presso le strutture pubbliche siciliane?”.
Nella lettera si racconta di un sit-in andato in scena lo scorso 21 ottobre di fronte la sede dellassessorato alla Salute.
“Siamo stati ricevuti dal capo di gabinetto. Abbiamo descritto in un comunicato il risultato di questo incontro per far sì che le promesse dellassessorato non cadessero immediatamente nel dimenticatoio.
I nostri contratti verranno prorogati?
Chi ha subito la chiusura anticipata del contratto (causa immissione nelle aziende dei vincitori delle graduatorie di mobilità) sarà richiamato?
A quali graduatorie si attingerà per la stipula dei nuovi contratti?
Secondo quali modalità verranno avviati (se verranno avviati) i processi di stabilizzazione?
Ci sarà un nuovo concorso e quanti posti prevederà (visti gli ultimi tagli dei posti letto annunciati negli ultimi mesi)?
Bene, noi abbiamo il DIRITTO di sapere tutto questo e saperlo in tempi celeri. Tra neanche dieci giorni TUTTI i nostri contratti scadranno e NESSUNO di noi sa se il 1° gennaio 2014 dovrà recarsi in servizio presso la propria azienda o se è bene che si guardi già intorno per cercare una nuova occupazione. Il DIRITTO ALLA PROGRAMMAZIONE DELLE NOSTRE VITE non può esserci negato.
Chiediamo a gran voce delle risposte, e pretendiamo di averle SUBITO: per questo chiediamo un nuovo incontro allassessore Borsellino a cui facciamo queste domande con tutta la veemenza necessaria, e con lansia che deriva dallincertezza sul nostro futuro lavorativo.
LUNEDI 23 DICEMBRE, LASSEMBLEA DEGLI INFERMIERI DISOCCUPATI E PRECARI, ANNUNCIA SIT IN A PIAZZA ZIINO (DI FRONTE LA SEDE DELLASSESSORATO ALLA SALUTE, A PARTIRE DALLE 8 45 .
Lo ripetiamo: i nostri contratti scadono tra soli DIECI giorni (in pratica DOMANI!), e abbiamo il sacrosanto diritto di conoscere il nostro futuro!
Nota a margine
Egregio presidente della Regione, egregia assessore Borsellino: sono questi – insieme al caos degli ospedali pubblici con pochi posti letto che voi state ulteriormente tagliano – i veri problemi della sanità siciliana, e non le sceneggiate per gettare fumo negli occhi e non far riflettere la gente che state massacrando la sanità pubblica siciliana e chi vi lavora.
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