Perché mezzo Pd siciliano si è opposto alla candidatura di Massimo Russo alle ormai imminenti elezioni regionali? Perché molti dirigenti di questo partito reputano l’attuale assessore alla Salute incompatibile con le ragioni politiche, sociali e culturali della sinistra?
A rispondere a queste domande è un comunicato diramato dal parlamentare regionale uscente del Pd, Pino Apprendi, non a caso molto amato dalla base di questo Partito.
“La salute pubblica – scrive Apprendi – non può essere trattata con le regole del mercato. La notizia dell’accorpamento dei laboratori di analisi provoca stupore e sgomento allo stesso tempo. Con questo sistema le persone anziane dei piccoli Comuni, lontani dalle grandi città si cureranno sempre meno”.
“Prima i ticket (come la tassa sul macinato, parole dell’assessore Massimo Russo) – osserva ancora il deputato regionale uscente – poi la chiusura di importanti reparti degli ospedali di provincia. Adesso basta, bisogna fermarsi. Evitiamo di fare diventare i laboratori ‘centri commerciali’. I piccoli laboratori di analisi sono come i negozi di vicinato, dove si trovano persone e non macchine che rispondono con voci metalliche, si trova umanità e cortesia oltre che qualità”.
Chissà cosa pensa di questa parole l’onorevole Antonello Cracolici, capogruppo uscente (e secondo noi in uscita) del Pd all’Ars?
Quanto a noi, ala luce dell’attivismo di un Governo regionale con un presidente che si è dimesso, torniamo a porre la solita domanda: un Governo dimissionario, che dovrebbe occuparsi dell’ordinaria amministrazione, può procedere all’accorpamento dei laboratori d’analisi? Non sarebbe opportuno che, di un argomento così importante, si occupi e si preoccupi il futuro Governo?
Foto di prima pagina tratta da canicattinotizie.net
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