Sanità a Catania, il valzer dei commissari Incarichi legati ai giochi interni del Pd

A che punto è la notte della sanità pubblica di Catania? L’alba sembra lontana, se è vero che tra Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico universitario va ancora in scena il valzer dei commissari. In primo piano ci sono sempre (o quasi) Angelo Pellicanò e Paolo Cantaro, due medici, gran persone per bene. Il primo, ex commissario del Garibaldi (è stato sostituito da Giulio Santonocito, sempre nel ruolo di commissario), dovrebbe andare al Cannizzaro come direttore generale. Il secondo – Cantaro – commissario del Cannizzaro, dovrebbe andare al Policlinico universitario, sempre nel ruolo di direttore generale.

Entrambi aspettano i Godot di palazzo d’Orleans, la damascata sede della presidenza della Regione siciliana, ovviamente a Palermo. I due aspettano, aspettano, aspettano… Ma quanto dovranno aspettare? Radio Regione network – il ripetitore delle indiscrezioni politiche – sussurra che nel palazzo (d’Orleans, ovviamente) avrebbe ormai preso piede la tesi della cosiddetta inconferibilità dei due incarichi.

La storia è nota. La notizia delle loro nomine a direttori generali del Cannizzaro e del Policlinico universitario da parte del Governo della Regione è precedente al 25 giugno. Ma il contratto sarebbe dovuto scattare dopo il 25 giugno. Cioè dopo l’entrata in vigore del decreto Renzi che vieta ai dirigenti in pensione di ricoprire incarichi apicali. E, guarda caso, Pellicanò e Cantaro sono due pensionati.

Nell’ultima puntata di questo serial all’ombra dell’Etna ci eravamo chiesti: farà fede la nomina, che è precedente al 25 giugno, o la firma del contratto, per forza di cose successiva al 25 giugno? Nel primo caso, Pellicanò e Cantaro sarebbero in regola e nominabili. Nel secondo caso gli incarichi sarebbero, come dicono gli esperti, inconferibili.

Oggi, forse perché il tempo, per i due, è passato infruttuosamente, sta maturando la tesi dell’inconferibilità. E non sarebbe, tutto sommato, illogico: il Governo Crocetta ha preso tempo, non facendo firmare ai due pensionati i rispettivi contratti entro il 25 giugno. Se ha fatto scorrere il tempo, non l’ha fatto senza un motivo.

Si racconta che la potente segretaria generale della presidenza della Regione, la dottoressa Patrizia Monterosso, sarebbe in cuor suo convinta dell’inconferibilità. Se le cose stanno così, per Pellicanò e Cantaro le speranze si assottigliano, perché la dottoressa Monterosso è anche molto vicina ai grandi poteri.

I conti tra poteri e politica, lungo l’asse Catania-Roma, sembrano tornare. Tutti sanno che Pellicanò e Cantaro sono sponsorizzati da tre autorevoli esponenti del Partito democratico: Enzo Bianco, Anna Finocchiaro e Antonello Cracolici. Ora, non per essere scortesi, ma i fatti sono fatti. Il primo è un sindaco di Catania all’ultimo giro. La seconda è ormai la ripescata speciale: nel senso che, ad ogni appuntamento elettorale, viene ripescata ed eletta lontano da Catania (tra l’Emilia e la luna si dice dalle nostre parti). Il terzo, oltre ad essere palermitano, non sembra molto in linea con il Governo regionale di Rosario Crocetta, ormai da tempo allineato al governo di Matteo Renzi.

Il punto è proprio questo: il renzismo di andata. Nessuno di questi tre – Bianco, Finocchiaro e Cracolici – è renziano. E Renzi, al Senato, sta verificando con mano che le sue riforme incontrano troppe difficoltà. Così mette nel conto le elezioni anticipate. Ovvio che, se voto sarà, le due poltrone della sanità catanese (più le poltrone annesse e connesse: direttori sanitari, direttori amministrativi, primariati, consulenti) diventano due importanti postazioni elettorali. Insomma, due renziani piazzati al Cannizzaro e al Policlinico universitario non guasterebbero. Anzi…

Certo, Crocetta, all’Ars – dov’è in corso la maratona sulla terza finanziaria – le stesse poltrone se le gioca sul piatto dei voti che gli mancano. Ma in certi casi, si sa, le promesse valgono quello che valgono: una volta arraffata la finanziaria chi s’è visto s’è visto…

Giulio Ambrosetti

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