“Nella divina commedia di Dante l’Inferno era rappresentato da aree circolari con circoli, gironi e le bolge. Per avere un’idea reale di questo inferno dantesco basterebbe passare la notte di ferragosto nelle spiagge agrigentine”. Comincia così la nota diffua oggi dall’associazione Mare Amico di Agrigento che racconta:
“Il copione è sempre lo stesso, da anni e sempre ampiamente previsto: una incivile follia generalizzata, e nessuno, davvero nessuno, è sorpreso più di tanto! Eppure basterebbe molto poco per rientrare nei crismi della legalità: rispettare le leggi. Ma pochi lo fanno.
Quella che fa vedere il drone è labituale cornice ferragostana del mare ai piedi della Valle dei Templi di Agrigento, e il costo a carico degli agrigentini, assediati da tre giornate infuocate, è ancora più bruciante. Il pagamento degli operatori ecologici ingaggiati per pulire, dei mezzi per trasportare i rifiuti e conferirli in discarica, poi alberi e arbusti vari tramortiti, immolati e bruciati tra i falò selvaggi, e poi, il peso più fastidioso: tre giornate di deiezioni umane scaricate e depositate chissà dove.
Perché tutto ciò? Perché pagare un prezzo così elevato? Perché non è possibile rimediare in tempo?
A San Leone la lobby dellindifferenza e della strafottenza, la stessa che ha governato Agrigento negli ultimi anni inchiodandola stabilmente tra le ultime nelle graduatorie d’Italia, prevale su tutto e tutti, tranne che, sul drone di Mareamico e di Dronedary”.
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