Aria condizionata guasta, temperatura esterna ben oltre i 30 gradi e l’autobus Amt della linea 925 in movimento da piazza della Repubblica a San Giorgio. È questo il contesto in cui una donna ha accusato un malore all’interno della vettura, quasi arrivata alla periferia Sud di Catania, ed è svenuta. Sul posto è intervenuta un’ambulanza del 118 che, secondo quanto riferiscono i sindacalisti dell’Azienda metropolitana trasporti, avrebbe trasferito la cittadina al pronto soccorso. Sono stati una cinquantina questa mattina i mezzi pubblici a uscire dai depositi dell’Amt, ma vista la giornata di caldo potrebbero essere perfino meno quelli in circolazione. Il problema è sempre quello degli impianti di condizionamento all’interno delle vetture: rotti e mai riparati, non consentono di viaggiare in sicurezza.
In effetti esiste una circolare interna datata luglio 2015 secondo la quale «quando l’eccessiva calura non consente di effettuare regolare servizio causa impianto di climatizzazione guasto – si legge nel documento – le vetture devono essere lasciate di riserva ai vari poli, in attesa di essere rimesse in servizio non appena le condizioni climatiche lo consentiranno». Quella di fermarsi è dunque una scelta obbligata per molti autisti, soprattutto in estate, necessaria per evitare malori come quello registrato questa mattina.
«Quello dell’aria condizionata è un problema che si inserisce nel più ampio discorso sulla sicurezza sui mezzi pubblici», spiega Giuseppe Cottone, sindacalista di Fast-Confsal, la sigla indipendente che insieme alla Faisa-Cisal da mesi bacchetta la gestione dell’Amt di Catania. «Sono anni che si va avanti così: la cattiva impostazione che l’amministrazione comunale sta dando all’azienda è sotto gli occhi di tutti e i risultati sono impietosi», conclude Cottone.
A pagare i disservizi, nel frattempo, sono i cittadini: è di fine giugno la protesta della catanese che, insieme a un altro paio di aspiranti passeggeri, ha bloccato gli autobus in partenza alla stazione di piazza Borsellino (ex piazza Alcalà) per manifestare contro la soppressione di numerose corse. Anche in quel caso il problema era il caldo: i bus erano costretti a rimanere fermi al capolinea per via delle temperature talmente alte (coniugate con l’aria condizionata non funzionante) da impedire il regolare svolgimento del servizio pubblico.
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