San Berillo, case con vista baraccopoli Tra topi e prostituzione, residenti esausti

«Non posso fare affacciare le mie bambine al balcone di sera, perché non voglio che vedano certe cose». Qerdourf Radouane è un commerciante di origini turche che abita insieme alla moglie e alle due figlie piccole in via Archimede, la strada parallela al Corso Martiri della Libertà. Quando apre le finestre del suo appartamento si ritrova davanti la baraccopoli più grande tra le tre cresciute dentro le voragini del viale. Case di lamiera, legno, plastica, circondate da montagne di rifiuti e apparentemente sviluppatesi senza logica. Salvatore Florio, giovane odontoiatra, residente nello stesso palazzo di Rabouane le chiama «ville», e dietro il caos, secondo lui, esiste una precisa organizzazione. «Quella più grande, al centro, è la villa del capo – spiega – è lì da più tempo, ha una recinzione più robusta delle altre. Le altre sono state costruite dopo; l’ultima, proprio a ridosso della strada, circa quattro mesi fa».

Sono esasperati gli abitanti di questo signorile palazzo di via Archimede. Da due anni denunciano il degrado in cui sono costretti a vivere: topi grandi come gatti in mezzo alla strada, ratti più piccoli che salgono fin dentro gli appartamenti, e un giro di prostituzione nelle ore notturne che si consuma proprio sotto i loro balconi. Nel 2010 hanno formato un comitato e presentato denunce a tutti gli ordini competenti: il prefetto, il sindaco, i vigili urbani, gli assessori all’ambiente. Ma le baracche sono sempre lì. «Vorrei andarmene, ma anche se volessi vendere o affittare la casa, non la vuole più nessuno», denuncia la signora che abita all’ultimo piano e che preferisce restare anonima. La faccia ce l’ha messa tante volte in questi anni, fino a quando «una vicina mi ha fatto capire che era meglio se mi stavo zitta». Ha blindato l’ingresso dell’appartamento con porte di ferro, perché ha paura, anche se, ammette, «fino ad oggi non è successo niente». Tuttavia è costretta a tenere lontana da casa la nipotina. «Ho detto a mio figlio di non portarla più qui, non voglio che veda certe cose».

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Florio spiega come alcune baracche vengano affittate dai capi alle prostitute che di notte stazionano in via Archimede e dintorni. «Hanno fatto un buco nel muro che porta direttamente dentro una casupola dove le prostitute entrano con i clienti», racconta. Per gli abitanti esasperati la speranza è rappresentata dall’inizio dei lavori per il grande risanamento previsto dal progetto dell’architetto Mario Cucinella. Nei giorni scorsi l’assessore alle Poltiche Sociali, Carlo Pennisi, aveva annunciato che le fosse sarebbero state liberate e ripulite entro l’autunno, con il contributo dei privati proprietari delle aree. Sgombero che tuttavia, secondo questi ultimi, spetta al Comune. In ogni caso l’Amministrazione ha promesso che ad ottobre inizieranno i primi lavori. «Ne sono certa – ribatte amara la signora dell’ultimo piano – inizieranno un giorno prima delle elezioni e naufragheranno misteriosamente subito dopo».

Salvo Catalano

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