Salvini in visita a Catania, tra scontenti e scettici Sullo sfondo, scontro Drago-Cantarella nella Lega

C’è la visita ufficiale del leader, con i relativi lustrini e le relative paillette. Ma ci sono anche storie tese, nella Lega di Catania. Sarà una vigilia di Ferragosto impegnativa, quella del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Oltre a una visita istituzionale in Comune, dove troverà ad accoglierlo il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore leghista Fabio Cantarella, il cuore della tappa etnea del vicepremier sarà l’azienda di trasporti Geotrans, confiscata nel 2014 alla famiglia mafiosa Ercolano. Ma l’eccellente momento di «forma politica» e le indubbie capacità di comunicazione del leader della Lega, evidentemente, non bastano ad accontentare tutti. Per altro, esistono linee di frattura – all’interno dei celtici etnei – che non risalgono a oggi o ieri, ma che riemergono appena ce n’è occasione. E una di queste crepe riguarda il sindaco di Aci Castello Filippo Drago. Che nei giorni scorsi si era esposto in tutte le sedi, stampa compresa, per portare Salvini a visitare anche il Lido dei Ciclopi di Aci Trezza, un bene confiscato che – al contrario di Geotrans – naviga in acque agitate. Una richiesta rimasta inascoltata. Che ora, inesorabilmente, diventa il casus belli per un nuovo volo di stracci. 

Nelle ultime ore, con la notizia della visita salviniana già sui giornali, lo staff di Drago ha cercato di contattare in via diretta l’entourage del ministro, un tentativo in extremis di deviare il percorso programmato dal Viminale fino al lungomare dei Ciclopi. Incassando però un ennesimo «no», motivato con la rigidità dei protocolli che riguardano le uscite pubbliche del ministro. Di fronte al quale il primo cittadino castellese, che sulla faccenda aveva speso la sua faccia, avrebbe reagito con dispiacere verso i destini della struttura balneare. E con un netto fastidio, tutto politico, verso la dirigenza locale del partito. A partire da Fabio Cantarella, assessore all’Ambiente a Catania in quota Lega, oltre che responsabile Enti locali dei leghisti siciliani. 

«Ma perché avremmo dovuto passare da Aci Castello? Non capisco», sibila a denti stretti Cantarella. «La visita a Geotrans – continua il dirigente leghista – è stata stabilita da contatti tra il ministero dell’Interno e la prefettura, le varie tappe non le stabilisco certo io. Quindi non capisco questa polemica». Ma in realtà la capisce eccome. «Drago è stato espulso dal partito – attacca Cantarella – dal commissario regionale Stefano Candiani. Dunque, dovrebbe smettere di interessarsi delle questioni che riguardano la Lega». 

«Io non ho ricevuto proprio niente su questa espulsione», contrattacca il diretto interessato. Che poi va a testa bassa contro l’interlocutore. «Cantarella – dice il sindaco a MeridioNews – dovrebbe essere un avvocato, no? Bene, allora dovrebbe sapere che un procedimento di espulsione ha le sue forme. Qui, invece – prosegue Drago – non ci sono né decisioni degli organismi collegiali né prese di posizione dei probiviri. Se ce l’ha, Cantarella mi mostri il provvedimento di espulsione». Infine la stilettata. «Se le cose stanno così – ironizza – sono davvero preoccupato per il Comune di Catania». Secondo alcune fonti, tra gli scontenti del Salvini tour ci sarebbe anche il sindaco leghista di Motta Sant’Anastasia Anastasio Carrà. Che però, contattato da MeridioNews, smentisce recisamente. «Io ci sarò, nessuna polemica», garantisce. 

Fuori dalle beghe politiche, tra l’altro, non mancano le perplessità sull’itinerario che Salvini e il suo seguito disegneranno domani. Geotrans è uno dei rari casi virtuosi in cui un bene tolto alla criminalità organizzata riesce a stare sul mercato in maniera competitiva. «Non siamo stati noi a fare richiesta per questa visita – precisa a MeridioNews Luciano Modica, amministratore giudiziario dell’azienda – Io Salvini non l’ho mai visto né sentito. Siamo stati contattati dall’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia che ci comunicava che eravamo stati scelti come luogo per la visita del ministro. E, sinceramente – aggiunge – ci è anche sembrato strano perché il bene non è ancora stato confiscato in via definitiva». 

Il lungo iter che porta dal sequestro alla confisca, infatti, non è ancora concluso per la Geotrans che, al momento, ha una confisca di primo grado. «È un fatto notorio – conferma Modica – E gli Ercolano, peraltro, hanno fatto appello su cui la Corte deve ancora pronunciarsi». Insomma a far cadere la preferenza del ministro sulla ditta di trasporti etnea potrebbe essere stato il fatto che, negli anni, si è distinta per l’incremento di posti di lavoro, la crescita del patrimonio aziendale «o forse anche lo slogan con cui abbiamo contrassegnato i nostri camion “La legalità viaggia con le aziende confiscate” accanto al logo di Addiopizzo Catania». 

Scettico sul contenuto, l’amministratore giudiziario ritiene comunque sia positivo che un ministro dell’Interno visiti un bene confiscato. «Qui non c’è molto da fare – spiega – lo porteremo a vedere l’azienda, i camion nuovi con cui abbiamo arricchito il nostro parco mezzi, poi lo porteremo a fare un giro nel piazzale e negli uffici». Nel tour di Salvini alla Geotrans è previsto anche qualche breve incontro con alcuni dei lavoratori. «Non so – dice Modica – se il ministro avrà curiosità di approfondire la conoscenza del mondo dei beni confiscati che è un settore complicato in cui ogni caso è a sé. Se ci fosse il tempo e l’interesse – aggiunge – mi piacerebbe esporgli le mie idee su come invertire il trend della chiusura di molte aziende tolte alle mafie».

Un tema su cui sembra essersi posata l’attenzione del ministro che ha annunciato la volontà di incrementare il personale dell’agenzia nazionale dei beni confiscati, come già previsto in realtà anche dal codice antimafia. «Speriamo sia reale perché poi le parole sono parole e i fatti sono fatti. Tra le cose fondamentali – puntualizza Modica – bisognerebbe fare dei protocolli di intervento specifici per i primi momenti successivi al sequestro, quelli in cui un amministratore giudiziario si ritrova a essere a capo di una realtà che non conosce e potenziare il fondo di garanzia ministeriale per l’accesso al credito per le aziende sotto sequestro». 

Marco Militello

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