Sarebbero almeno quattro le elettropompe sommerse andate in tilt negli ultimi giorni in casa Sidra, la partecipata del servizio idrico a Catania. Questo il guasto alla base delle interruzioni della fornitura in varie parti della città, perlopiù nei quartieri a nord: Cibali, Rapisardi, Gioeni, Vulcania e la parte a monte di via Etnea. Ma anche nella zona del Fortino si segnalano rubinetti all’asciutto e acqua a singhiozzo. «Non sappiamo quando questo problema avrà fine, e neppure siamo stati informati sui disservizi che ci sarebbero stati», racconta un residente di via Etnea.
«Sono i guasti alle pompe che ci hanno messo in difficoltà, ma la situazione sta rientrando», chiarisce il presidente della società Antonio Vitale, nominato dal sindaco Salvo Pogliese a settembre 2018. Sono oltre centomila le utenze servite da Sidra, non soltanto nel perimetro del Comune di Catania. Il cuore del sistema di distribuzione idrica della partecipata si trova fra Aci San’Antonio, Valverde e Aci Bonaccorsi dove sorgono le gallerie Turchio, Tavolone e Consolazione. Il guasto più importante ha interessato il pozzo Corea, nella prima delle gallerie.
«Purtroppo ci sono dei tempi tecnici per avere i disposizione dei ricambi o delle nuove pompe, ma il grosso è già arrivato e domani dovremmo avere dei miglioramenti», aggiunge Vitale. I disagi nell’erogazione si sono estesi nei giorni scorsi anche a Gravina di Catania e San Giovanni La Punta. Per evitare che le abitazioni dei catanesi restassero per ventiquattro ore senz’acqua, la Sidra ha disposto delle turnazioni. Ma perché le pompe sono finite fuori uso? Non per un problema di manutenzione, secondo Sidra: «La causa principale di questo tipo di guasti sono le variazioni di tensione elettrica, riteniamo sia stato questo il problema», aggiunge Vitale.
La società respinge poi le critiche: «Abbiamo fatto girare tutte le informazioni necessarie, scusandoci per il disagio, la cittadinanza è stata debitamente avvertita». Nei giorni scorsi era arrivato un gesto ancora più perentorio: Sidra aveva chiuso la propria pagina Facebook, rinviando per le comunicazioni online al solo sito web. «Non possiamo accettare improperi e minacce», spiegava il presidente della partecipata riguardo agli sgradevoli commenti lasciati dagli utenti del social network che avrebbero superato il confine della legittima lamentela.
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