Attività parossistica delle salinelle di via Salso senza sosta e con sviluppi imprevedibili. All’alba di oggi l’apertura di due nuove bocche, dopo le quattro di giovedì sera, nel cortile di una casa. Uno dei due nuovi crateri si è aperto sempre all’interno del cortile dell’abitazione della famiglia Sambataro, l’altro invece, si è formata nel giardino di una casa attigua. I due vulcanetti hanno espulso in diverse ore, con alcuni momenti di pausa, una notevole quantità di fango. Da una prima stima si parla di circa dieci, dodici metri cubi di liquido. Che hanno invaso nuovamente via Salso. Non è stato quindi sufficiente l’argine che era stato realizzato proprio in prossimità delle altre quattro bocche, per consentire il deflusso a valle.
Stamattina si sono diretti sul posto il sindaco Mauro Mangano, l’assessore Agostino Borzi, volontari della protezione civile e la polizia municipale. Per la tarda mattinata di domani è prevista una riunione tecnica con priorità urgente. Due i tipi di interventi messi in atto questa mattina attraverso una ditta specializzata. Mentre i proprietari dei due immobili coinvolti nell’attività parossistica hanno incaricato un’altra ditta per effettuare dei lavori di canalizzazione. La prima mossa degli operai è stata quella di allargare argine e canalone, estendendoli al resto del cortile dell’abitazione di via Salso. Obiettivo: far defluire il fango proveniente dalla nuovo bocca. Nella zona dov’è nato il secondo vulcanetto, poi, è stato fatto un foro nel muro di cinta della proprietà per fare scorrere il fango.
«Stiamo monitorando la situazione in modo costante – spiega Agostino Borzì, assessore comunale al ramo – come primo obiettivo abbiamo lavorato per eliminare i pericoli derivanti dalla presenza sulla strada della fanghiglia. In secondo luogo, visto il perdurare delle attività parossistiche, ci confronteremo con la protezione civile e i tecnici per adottare le opportune contromisure. Al momento non ci sono pericoli per i residenti di questa area del quartiere Acque Grasse». Sul fatto è intervenuto anche il geologo e docente universitario Carlo Cassaniti, che venerdì mattina aveva effettuato un sopralluogo in via Salso: «È possibile confermare come l’ipotesi di migrazione dell’area attiva formulata nel mese di agosto 2015 si sia rivelata corretta. Non si può più rinviare uno studio del sito – conclude l’esperto -. Bisogna ricostruire il modello geologico del sistema al fine di definire gli scenari futuri di pericolosità e quindi il grado di rischio dell’area».
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