Salamone&Pullara, sarà un nuovo punto vendita Lidl Appello per salvaguardare edificio di Gabriele Nicoletti

Punto di riferimento per decenni per chi si occupa di edilizia e progettazione a Palermo, architetti e ingegneri in testa, l’edificio di Salamone&Pullara è anche un luogo conosciuto dalla maggior parte dei palermitani. Per anni la sua inconfondibile insegna ha campeggiato su viale Regione siciliana accompagnando gli automobilisti in transito sulla circonvallazione. A settembre è arrivata la notizia che la Lidl ha acquisito questo bene, ormai immerso nel degrado. Il cantiere è già aperto per dare vita al nuovo punto vendita ed entro questo mese dovrebbero terminare i lavori di bonifica. Secondo Zeila Tesoriere, professoressa di progettazione architettonica alla Scuola Politecnica dell’Ateneo di Palermo (facoltà di Architettura) si tratta di un manufatto che dovrebbe essere recuperato e valorizzato, pur mantenendo la nuova destinazione d’uso.

Da almeno un anno la docente, nell’ambito delle attività di ricerca e didattica del suo laboratorio IN_Fra, sta portando avanti uno studio sulla struttura: «Nei confronti di questo edificio, di certo interesse dal punto di vista architettonico, abbiamo fatto indagini di archivio. La collaborazione degli eredi del progettista, l’ingegnere Gabriele Nicoletti, è stata fondamentale perché ci ha permesso di acquisire materiali originali e inediti relativi all’edificio». La professoressa parla di una struttura frutto di un preciso lavoro progettuale che va al di là del gusto comune: «Il gusto personale non è un criterio per chi vive nell’ambito dell’architettura e fa ricerca. L’importante non è stabilire se un manufatto piace o meno ma piuttosto se esso sia oggi testimonianza di un rapporto fra il progettista e la disciplina, o ancora fra il progettista e il suo contesto che in questo caso è la circonvallazione. Questi sono i criteri che ci indicano se un elemento svolge un ruolo e se è opportuno soffermarsi su di esso, fornendo delle indicazioni volte per esempio alla preservazione e alla tutela».

Il manufatto di Salamone&Pullara per Tesoriere rispecchia questi criteri e ha principalmente due valori: uno relativo alla sua posizione e uno in quanto struttura che all’interno del suo tempo esprime e declina dei temi: «Un’opera – afferma – progettata fornendo contributi ad alcuni argomenti fondamentali della progettazione di quell’epoca». Stiamo parlando del 60-62 per la prima fase del lavoro con una sopraelevazione realizzata nel 79 dallo stesso Nicoletti. Il valore relativo dell’edificio è legato, si diceva, alla sua posizione: «Si tratta di una delle due sole opere architettoniche moderne sull’intera Circonvallazione. L’altra, leggermente arretrata rispetto al filo stradale è l’edificio sede dell’assessorato all’Agricoltura, progettato da Caronia Roberti. Per il resto lungo il tracciato c’è solo edilizia corrente». Un altro elemento architettonico di straordinario valore sulla circonvallazione – riferisce – è l’ex ospedale psichiatrico opera di Francesco Paolo Palazzotto del 1885-1889 «ma qui siamo già a 350 metri dalla circonvallazione».

Questo è solo uno degli elementi che secondo la professoressa fanno di questo un edificio che dialoga con il suo tempo. Un’opera frutto di un’epoca nella quale la specializzazione del mestiere non era ancora intervenuta come avviene oggi. «Nicoletti era un progettista attentissimo, prolifico e preciso – dice ancora Tesoriere – che ha seguito tutta l’evoluzione del progetto fin nel minimo dettaglio. Il materiale di archivio mostra i calcoli della scala elicoidale, gradino per gradino, fatti a mano dall’ingegnere». E aggiunge come l’edificio sia ricco di citazioni architettoniche: «I riferimenti principali che l’edificio declina sono almeno due: uno è quello al padiglione isolato in cui prevalgono le superfici orizzontali chiara interpretazione di Frank Lloyd Wright. Un altro tema che è presente e che riveste un grandissimo interesse è proprio la scala elicoidale, che chi ha frequentato il negozio per acquistare materiali edili certamente ricorda. Si tratta di una presenza iconica all’interno di questa sala, dove si stagliano solo i pilastri, scala che rinvia a quella di Jean Tschumi presso l’edificio Nestlé in Svizzera, che Nicoletti si recò a visitare di persona»

Ma sull’acquisizione da parte della Lidl Tesoriere ha le idee chiare: «Ovviamente noi desideriamo che l’edificio riapra. Perché se rimane chiuso si degrada e poi si perde. Fra l’altro le nostre ricerche sul rapporto tra l’architettura, le obsolescenze e i processi di riciclo, evidenziano che l’impatto della cessazione del ciclo è molto esteso perché non riguarda solo il fatto che il cittadino non va più ad acquistare il materiale edilizio da Salamone&Pullarama non frequenta più la zona e tutte le pratiche indotte nel circostante vengono meno. Si parte dal presupposto che l’acquisizione da parte della Lidl è un elemento positivo».

Quello che però potrebbe fare la differenza secondo la docente è un progetto che consenta al brand di raggiungere gli obiettivi del suo marchio senza snaturare il valore architettonico dell’edificio. La professoressa a questo punto cita il caso del Teatro Italia di Venezia. «All’interno della parte più antica di Venezia il teatro, edificio pubblico in abbandono, era rimasto chiuso venti anni e nella zona limitrofa c’erano tante ricadute negative. Poi è stato acquisito dalla Despar e guidata dalla Soprintendenza, che ha espresso una indicazione di vincolo che per i criteri cronologici oggi in vigore non potrebbe comunque essere espresso nel caso di Salamone&Pullara, è riuscita a mantenere i caratteri architettonici principali del teatro».

I puristi potranno obiettare – dice Tesoriere – quando vedono che dentro il teatro oggi puoi acquistare la mozzarella, però questo consente alla struttura di riaprire e insieme il recupero dell’edificio e il restauro di alcune sue parti. «La realtà è che per noi che ci interroghiamo su come trasferire nel tempo questi manufatti il problema della nuova destinazione d’uso è centrale. Nel caso del Teatro Italia, probabilmente per la sola funzione culturale non c’era più né la leva economica né la sostenibilità». Sono molti gli articoli sulla stampa quotidiana che presentano l’operazione di Venezia parlando del supermercato più bello d’Italia. La professoressa riferisce anche che «ci sono moltissimi elementi sui quali si può lavorare nel manufatto di Salamone&Pullara. È flessibile, ricchissimo di potenzialità, un edificio pensato per durare nel tempo. Possiamo fare diventare quella di Palermo la Lidl più bella di Italia come è successo nel caso del punto vendita Despar».

Sulle modalità di sviluppo del progetto non si sa quasi nulla. Interpellata sull’argomento la Lidl ha risposto semplicemente: «Al momento non abbiamo maggiori informazioni riguardo il progetto di realizzazione del punto vendita che sorgerà in viale Regione Siciliana a Palermo».

Stefania Brusca

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