Pochi giorni dopo la ripresa dei lavori all’ex ospedale Santa Marta-Villermosa, la Regione continua a essere alle prese con un problema a cui negli ultimi mesi non ha saputo trovare soluzione: trovare un posto dove smaltire i rifiuti provenienti dal cantiere. Fatto di non poco conto quando si parla della demolizione di un fabbricato, e quindi di diverse decine di tonnellate di sfabbricidi. I tentativi fatti dal Genio civile di Catania, per trovare siti idonei dove conferire i materiali di risulta, sono stati più di uno ma finora nessuno è andato in porto.
L’ultimo risale a inizio mese, quando l’ente che fa capo al dipartimento regionale tecnico ha dichiarato deserta una gara negoziata, dopo che le quattro le imprese invitate hanno deciso di non presentare alcuna offerta. L’importo del servizio era di 68mila euro, una cifra che, seguendo il carteggio in uscita dagli uffici di via Lago di Nicito, sembrerrebbe essere stato ridotto di diecimila euro. In precedenza, infatti, in alcuni documenti firmati dall’allora ingegnere capo Natale Zuccarello – dimessosi dal ruolo dopo l’indagine della guardia di finanza che lo ha coinvolto in merito a una serie di presunte turbative – la cifra destinata allo smaltimento dei rifiuti era stata quantificata in 78mila euro. Su questa base d’asta, Zuccarello, in primavera, aveva indetto una manifestazione d’interesse per sondare il mercato, così poi da invitare – tramite sorteggio nel caso di un numero di pretendenti maggiore di cinque – gli operatori economici.
A rispondere era stata soltanto un’impresa di Scordia con uno stabilimento nel territorio di Lentini. La candidatura, tuttavia, non è stata presa in considerazione. «La partecipazione di unico operatore non consente di valutare comparativamente la spesa complessiva quale sommatoria del costo di conferimento e del trasporto del materiale proveniente dalla demolizione sino all’impianto», si legge in una determina di maggio, in cui si sottolinea che «l’incidenza dei costi di trasporto derivante dalla distanza eccessiva dell’impianto comporta per la stazione appaltante, in relazione all’assegnata copertura finanziaria, una condizione insostenibile dal punto di vista economico e finanziario mettendo a rischio finanche la realizzazione dell’opera».
Da quella decisione si è arrivati all’indizione della gara a inviti e la scelto delle quattro imprese a cui chiedere un preventivo. Come detto, però, nessuno ha risposto. Gli uffici etnei adesso tenteranno la strada dell’affidamento diretto a una singola impresa, scelta tra quelle che hanno l’impianto di smaltimento «entro i venti chilometri per come previsto negli elaborati del progetto di demolizione». La distanza, che nel dettaglio non era stata inserita nei precedenti avvisi, va calcolata dal luogo in cui sta operando la ditta Agoraa. Ovvero la parte alta di via Sangiuliano, a pochi passi da piazza Dante e lì dove – stando al progetto presentato dal governo Musumeci – dovrebbe sorgere una grande piazza con un colonnato.
Sempre in primavera, un’altra gara per il conferimento di rifiuti in plastica, legno, vetro, materiali isolanti e bituminosi era stata indetta dal Genio civile. La procedura, del valore di circa 53mila euro, risulta sul portale della Regione ancora «in aggiudicazione».
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