Dopo la visita di un ufficiale giudiziario che le ha intimato lo sfratto esecutivo, stremata, ha tentato il suicidio lo scorso giovedì. Una donna di 65 anni di San Giovanni La Punta oggi è accolta a casa di un’amica, ma fino a ieri viveva in affitto in una casa di un complesso di via Giuseppe Motta. Le bastava la pensione di reversibilità del marito morto, pari a 480 euro, e poco altro racimolato con saltuari lavori di pulizie a domicilio. Poi la doccia fredda dello sfratto e il crollo. «Adesso però sta meglio – racconta a MeridioNews una vicina di casa della donna – ma è mai possibile che si debba assistere ancora a simili gesti di disperazione dovuti a condizioni economiche e sociali così precarie?».
Vedova da anni, la donna non aveva un lavoro fisso e non poteva contare su una casa di proprietà. Il marito, che per molto tempo aveva svolto il mestiere di fruttivendolo, solo in tarda età era riuscito a essere assunto come dipendente comunale. «Con una reversibilità così bassa e 400 euro di affitto di casa al mese da pagare, andare avanti non è facile per lei», confida l’amica che spesso ha cercato di aiutarla affidandole dei lavoretti casalinghi da svolgere. Era lo scorso dicembre quando il proprietario della casa si era fatto vivo con un atto di ingiunzione. «A quel punto era scattata una sorta di staffetta di solidarietà nei suoi confronti – ricorda la donna – e, fra amici, vicini e conoscenti, eravamo riusciti a fare una colletta racimolando quasi duemila euro». Una cifra comunque non sufficiente per saldare tutti i debiti accumulati dalla signora.
Nella stessa casa, insieme alla donna, vive uno dei figli, di professione meccanico, anche lui senza un impiego fisso. «Non hanno aiuti da nessuno se non l’anziana madre della donna che, qualche volta, provvede a fare la spesa per loro – aggiunge la dirimpettaia, amica di famiglia da oltre 25 anni – la scorsa notte l’ha passata da lei ma è già dovuta andare via per discussioni e incompatibilità con un fratello che risiede già là». La donna, che adesso si trova ospite momentaneamente da un’amica, ha anche problemi di salute.
«È necessario trovare al più presto una soluzione per lei, anche per evitare che possa compiere altri gesti del genere. Credo sia praticamente impossibile rientrare in quella casa – precisa la dirimpettaia – in cui il proprietario ha già provveduto a cambiare anche la serratura». Intanto, della vicenda si sta interessando la consigliera comunale Giusy Rannone. Per oggi è stato fissato un appuntamento con la donna. «Sono stata informata della vicenda e mi sono subito messa a disposizione per incontrarla – spiega a MeridioNews – soprattutto, per capire come stanno le cose, come si è ritrovata in quella situazioni e quali soluzioni l’ente può essere in grado di prospettarle. Partendo dai suoi racconti e dalla comprensione delle sue esigenze – conclude la consigliera – capirò se ci sono margini per agire in qualche modo a livello istituzionale».
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