Adesso la priorità è salvare la figlia più grande di Roberto Russo, l’uomo che ieri l’ha ridotta in fin di vita colpendola con un coltello all’arteria mammaria e all’addome, dopo aver ucciso la sorella più piccola, di 12 anni. Per farlo c’è bisogno di sangue di un gruppo sanguigno raro, zero negativo. L’appello arriva dal reparto di animazione dell’ospedale Garibaldi di Catania, diretto dal dottor Sergio Pintaudi, dove la quattordicenne è ricoverata in prognosi riservata. I volontari che presentano il gruppo zero negativo e vogliono donare possono contattare il Centro Trasfusionale dell’ospedale, al numero 095 7592022.
Numero che nella giornata di oggi è spesso risultato occupato, a causa del grande afflusso di telefonate. Fino a metà pomeriggio sono stati undici i donatori ad aver risposto recandosi personalmente all’ospedale Garibaldi. Domani il centro trasfusionale rimarrà eccezionalmente aperto per chi volesse donare. «La ragazza è stabile – riferiscono dall’ospedale – ma rimane la possibilità che possa improvvisamente peggiorare, l’appello per la raccolta di sangue rimane quindi valido». E’ bene ricordare che chi non ha mai donato o non effettua una donazione da due anni verrà sottoposto, nello stesso centro trasfusionale, a un esame di predonazione. Entro due giorni si avranno i risultati sull’idoneità. In caso positivo, potrà tornare all’ospedale per effettuare la donazione. Per chi invece ha già donato presso una struttura o un centro diverso dal Garibaldi, basterà portare gli esami dell’ultima donazione. Tutti dovranno presentarsi a stomaco vuoto, è possibile solo consumare una colazione leggera fatta di caffè o tè e fette biscottate.
E’ fuori pericolo invece il padre, anche se resta ricoverato all’ospedale Cannizzaro in prognosi riservata e piantonato dai carabinieri della compagnia di Gravina e del comando provinciale di Catania, perché in stato d’arresto su disposizione del sostituto procuratore Agata Santonocito per omicidio e tentativo di omicidio aggravato. Gli uomini dell’Arma aspettano che sia in grado di essere interrogato.
Nel frattempo però gli inquirenti ritengono di aver ricostruito con esattezza la dinamica del delitto. Santonocito ha quindi firmato il nulla osta per restituire la salma della ragazza ai famigliari. Non sarà quindi effettuata l’autopsia, avendo valutato sufficiente un esame medico legale esterno. Emergono anche ulteriori dettagli sul biglietto lasciato da Russo alla famiglia, nel quale ha scritto: «Ci vedremo nell’aldilà». Secondo quanto i carabinieri hanno ricostruito, l’uomo avrebbe trascorso serenamente la sera precedente all’omicidio insieme alle due figlie, mangiando una pizza e incontrando anche la moglie. Motivo per cui quest’ultima avrebbe lasciato che le ragazzine andassero a dormire dal padre.
In attesa che la figlia 14enne torni in buone condizioni, la direzione generale del Garibaldi ha «predisposto una vera e propria task force per il suo recupero psicologico» . «Un evento di questo genere – afferma Giorgio Santonocito, direttore generale dell’azienda sanitaria – non potrà non lasciare conseguenze nell’equilibrio psicofisico generale dell’adolescente. Per questo ci siamo attivati per intervenire con tempestività, non appena le condizioni di salute dalla giovane lo permetteranno. L’equipe che abbiamo organizzato, composta da psicologi e assistenti sociali, sarà in grado di intervenire con professionalità per l’intero decorso di ricovero e seguirà attentamente tutti gli attori della vicenda coinvolti, compresi i familiari».
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