«Catania è in festa per la ricorrenza dell’ottocentoottantottesimo anniversario del ritorno delle reliquie di sant’Agata da Costantinopoli», e in questa giornata il Comitato per la legalità della festa della patrona etnea ricorda ancora una volta alla città i numerosi problemi legati alle celebrazioni. «Si deve iniziare a lavorare da oggi per stilare il regolamento», sottolinea il portavoce, Renato Camarda, referente dell’associazione Libera. «Dal sindaco Enzo Bianco non c’è mai stata una risposta positiva né negativa ai nostri appelli». Ma l’atteggiamento del comitato è di «attesa fiduciosa». «C’è una sensibilità da parte sua sul tema: nel 2012 ha partecipato alla raccolta di firme per istituire un’isola della legalità in piazza Cavour, al Borgo – ricorda Camarda – E nel giugno 2013 si è impegnato durante la campagna elettorale durante un incontro a Cittàinsieme». Un dialogo continuato anche a ridosso delle festa di febbraio, ma fermo a quell’ultimo appuntamento.
Per il portavoce del Comitato «non si può aspettare l’ultimo minuto, già da subito si deve convocare il tavolo di coordinamento tra gli enti». Chiesa, Comune e prefettura – responsabili rispettivamente di processione, organizzazione e sicurezza – «non si parlano!», esclama Renato Camarda. «Ci sono difficoltà storiche, in parte sono state superate, ma ne rimangono altre». Quella più evidente riguarda le candelore: «Chi conosce chi le gestisce?», chiede, ancora una volta, l’attivista. «Si deve fare una verifica su di loro. E poi – prosegue – ci sono da controllare gli abusivi e i portatori di ceroni».
Gli incontri, che coinvolgono le associazioni agatine, i responsabili del fercolo, la protezione civile, le forze dell’ordine e lo stesso comitato devono «partire già da settembre – ribadisce il referente – Non è possibile che si parlino solo da dicembre».
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