Rosario Crocetta ‘scaricherà’ Pd e Udc?

Che farà, adesso, il presidente della Regione, Rosario Crocetta? Il Megafono, il movimento del Governatore, non ha sfondato, ma ha tenuto i consensi delle recenti elezioni regionali (oltre il 6 per cento circa). Questa la lettura nuda e cruda dei numeri. La lettura politica, però, è un’altra. E va vista nel quadro della secca sconfitta della sinistra di Bersani e della grande vittoria del Movimento 5 Stelle.

Il Governo Crocetta, è noto, è condizionato, in negativo, dall’alleanza con il Pd e l’Udc. Come ci è capitato più volte di scrivere, le cose peggiori l’attuale esecutivo regionale le ha fatte insieme o su input del Pd (la grande confusione che regna nel mondo della formazione professionale ne è esempio classico: il presidente Crocetta non è riuscito, pur avendoci provato, a nominare un nuovo dirigente generale perché il Pd vuole a tutti i costi rimettere al vertice di questo dipartimento regionale Ludovico Albert: da qui l’interim al dirigente del dipartimento Lavoro, Anna Rosa Corsello che sembra più confusa che persuasa e il conseguente caos).

Le cose migliori, invece, Crocetta le sta facendo con i grillini, dalla battaglia per sbaraccare il Muos di Niscemi alla lotta in sostegno delle popolazioni della Valle del Mela, in provincia di Messina, dove terna sta realizzando un elettrodotto sulle teste della gente. Una follia.

Con molta probabilità, il Megafono ha pagato l’alleanza con il Pd siciliano, un partito considerato come una sorta di vaso di Pandora della politica siciliana. A Palermo e provincia, ad esempio, tanti simpatizzanti del Movimento del presidente della Regione si sono rifiutati di votare la sua lista al Senato perché non volevano contribuire ad eleggere Giuseppe Lumia (fatto, questo, dimostrato dall’insuccesso del Megafono a Palermo).

Ora per il presidente della Regione Crocetta si apre la stagione delle scelte. O meglio, della maturazione delle scelte. Perché, di fatto, il governatore una scelta, netta, di schieramento l’ha già fatta. Sull’acqua, per esempio, Crocetta ha già optato per il ritorno al servizio pubblico: opzione che è nel programma politico dei grillini. Mentre il Pd siciliano, sull’acqua, ha sempre sposato la linea della privatizzazione portata avanti dal precedente Governo regionale retto da Raffaele Lombardo.

Anche sul Muos e sull’elettrodotto Terna della Valle del Mela il presidente Crocetta ha scelto: ha scelto di stare accanto alla gente che lotta contro il Muos e contro l’elettrodotto. Assieme al Movimento 5 Stelle. Contro un Pd siciliano che sull’elettrodotto non ha pronunciato una parola (a parte lo sciacallaggio degli ultimi giorni di campagna elettorale da parte di alcuni personaggi da tregenda del Partito democratico messinese). E che sul Muos ha mandato avanti Fabrizio Ferrandelli in modo strumentale (magari Ferrandelli, giovane parlamentare regionale del Pd, crede nella battaglia contro il Muos: ma il Partito nel quale ha scelto di militare è appiattito sull’amerinanismo: tant’è vero che Bersani non ha mai pronunciato una sola parola contro questo progetto di militarizzazione della Sicilia).

Ieri Crocetta ha già dichiarato qualcosa sul Pd e sull’Udc. Frasi pronunciate a caldo, contro il Pd e l’Udc, che, a dire del presidente, avrebbero sbagliato tutto. Queste frasi vanno lette anche alla luce di quello che potrebbe succedere nei prossimi giorni.

Azzardiamo: secondo noi, Crocetta non ha motivo di tenersi dietro due Partiti sconfitti alle elezioni politiche. E dovrebbe avere, invece, tutto l’interesse a rafforzare i rapporti con il Movimento 5 Stelle.

Per questo noi prevediamo che nei prossimi giorni il presidente della Regione potrebbe ‘scaricare’ il Pd e l’Udc dalla giunta. Per proseguire sulla strada della ‘rivoluzione’ che, del resto, ha promesso in campagna elettorale. Una rivoluzione che non si può fare certo con le clientele della formazione professionale del Pd, con il ritorno di Ludovico Albert e altre cose ancora.

Molto più verosimile che Crocetta, piuttosto che ‘imbarcare’ Albert, tolga dalle mani di Lumia la formazione professionale. Rompendo definitivamente con un Partito – il Pd – che fino ad oggi, gli ha creato solo grandi problemi.

La stessa cosa dovrebbe fare con l’Udc. Non si possono difendere le ragioni del Movimento anti Muos e anti Terna (Valle del Mela) restando alleati di un Partito che ha sponsorizzato e difeso sia le antenne satellitari americane, sia l’elettrodotto.

A Sala d’Ercole, per governare, non serve una maggioranza. Perché nessuno dei 90 deputati vuole andare a casa. Se il bilancio non si approverà, ebbene, ciò avverrà non perché mancheranno i voti, ma per altri motivi.

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Redazione

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