Roma vara la riforma della Pubblica Amministrazione. La politica siciliana la ignora. Da noi questo settore è solo un grande ‘bordello’. Dove il Governo regionale dà il buon esempio…

 

Se proprio dobbiamo essere sinceri, non riusciamo a capire il silenzio della politica siciliana sul decreto legge del Governo nazionale sul riordino e sulla razionalizzazione della Pubblica Amministrazione. Provvedimento varato dal Ministro della Pubblica Amministrazione, il siciliano Giampiero D’Alia.

Forse in Sicilia la pubblica amministrazione funziona? Forse il Governo regionale ha applicato il decreto legislativo n. 39 di quest’anno e la legge sull’anticorruzione?

Fino ad ora sui quotidiano on line abbiamo letto solo due dichiarazioni: una del segretario generale della Cisl siciliana, Maurizio Bernava, molto preoccupato sula sorte del precariato siciliano (e ne ha ben donde) e una della parlamentare nazionale, Gea Schirò Planeta, eletta nella circoscrizione Sicilia 1 alle scorse elezioni politiche nella lista “Scelta Civica”. Per il resto, silenzio generale. Come se l’argomento non interessasse a nessuno, meno che mai alla politica siciliana, Governo regionale in testa. Persino il gruppo parlamentare all’Ars dell’Udc – il Partito del Ministro D’Alia – è intervenuto.

La politica siciliana è strana. Per intere settimane l’Ars si è divisa su una legge inutile – le ‘famigerate’ incompatibilità’ – che, non a caso, è stata alla fine impugnata dal Commissario dello Stato. Discorsi persi, perché i Partiti sanno benissimo chi sono i soggetti che non andrebbero candidati a Sala d’Ercole per palesi conflitti di interessi. E, in ogni caso, non sembra molto razionale creare in Sicilia regimi di incompatibilità diversi da quelli del resto del Paese. Strafalcioni che i dirigenti dell’Ars avevano segnalato al Governo. Che non ha ascoltato ed è andato a sbattere. La dimostrazione che i dirigenti che ‘consigliano’ l’attuale presidente della Regione, prima di pontificare, dovrebbero ripassare – magari con veloci corsi di ‘ripetizione’ – il Diritto Costituzionale e il Diritto Amministrativo.

Ieri, poi, è andato in scena un mezzo parapiglia perché il presidente della Prima Commissione legislativa dell’Ars (Affari istituzionali), Marco Forzese, ha fatto quello che, di solito, tutti i presidenti di Commissione fanno: si è astenuto su una votazione dall’esito scontato. La Commissione

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

Affari istituzionali ha mandato un messaggio preciso al Governo di Rosario Crocetta: nove deputati su dieci hanno detto “no” alle nomine all’Irsap, l’Istituto regionale per le attività produttive che ha preso il posto dei vecchio Consorzi Asi.

In un contesto politico normale il Governo avrebbe subito ritirato le nomine. Invece, almeno fino ad ora, un Governo regionale screditato si è guardato bene dal ritirare le nomine (sulle quali, in qualche caso, pesa l’ombra dell’illegittimità). E perché dovrebbe, del resto?

Proprio in tema di pubblica amministrazione questo Governo ha tenuto, per un periodo, un Capo della Segreteria tecnica della presidenza della Regione che arraffava incarichi pubblici qua e là. Un altro avvocato ha espresso un parere sui dirigenti regionali esterni alla Regione sapendo benissimo che tra i soggetti qui quali si esprimeva c’era un proprio parente.

Tutto questo mentre il Governo regionale continua a effettuare nomine di dirigenti regionali in enti e società della stessa Regione, ben sapendo che questo è vietato da un decreto legislativo nazionale – il già citato numero 39 di quest’anno – che si applica anche in Sicilia. Per non parlare di tutti i soggetti che occupano posti di vertice senza averne i titoli. O, addirittura, con titoli fasulli, ovvero con curriculum dove fanno ‘titolo’ incarichi che hanno ricoperto illegittimamente. Tutto questo sotto gli occhi ‘distratti di Tar, Cga, Corte dei Conti e Commissario dello Stato.

In questo grande ‘bordello’ che è ormai diventata l’amministrazione pubblica siciliana a chi deve interessare una riforma della pubblica amministrazione nella nostra Isola?

Detto questo, leggiamo assieme il comunicato della parlamentare nazionale Gea Planeta Scirò, che almeno si occupa di tale argomento.

“Il decreto legge del Governo di riordino e razionalizzazione della Pubblica Amministrazione – dice Gea Planeta Scirò – rappresenta una spinta propulsiva per superare l’arretratezza strutturale del Sud e una svolta per tutto il Paese. Si tratta di misure forti per combattere gli sprechi, contrastare il precariato e valorizzare le professionalità, come la tracciabilità dei rifiuti pericolosi, l’Agenzia per la coesione territoriale che ha il compito di dare esecuzione alle determinazioni del Ministro e che sono in grado di promuovere misure di accelerazione in caso di ritardi”.

“Il decreto del Governo – aggiunge la parlamentare nazionale – prevede anche interventi di grande rilievo per l’ottimizzazione delle risorse nelle amministrazioni locali, come la riduzione delle consulenze, il blocco dell’acquisto di auto blu, la semplificazione delle assunzioni e della mobilità volontaria. Ci aspettiamo però a breve una risoluzione limpida che garantisca i lavoratori con contratto a termine. Infine, vorrei esprimere tutta la mia soddisfazione per le norme riguardanti l’assunzione dei testimoni di giustizia. Si tratta di un provvedimento che ha una grande funzione civile e che rafforza la cultura della legalità e della responsabilità nel nostro Paese”.

Giulio Ambrosetti

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