Rogo della collina di San Marco: probabili inneschi «Serve un comitato per la salvaguardia di Paternò»

Un rogo di probabile matrice dolosa ha interessato, mercoledì sera, la collina di San Marco a Paternò, non distante dalle Salinelle. Un sito noto per la presenza di alcuni scavi archeologici, forse finito nel mirino di ignoti soggetti che avrebbero preparato il terreno per poi saccheggiare la zona. Lo ipotizzano due volontari, Francesco Finocchiaro e Paolo Di Caro, il presidente e il vice dell’Archeoclub Iblamajor di Paternò.

«La collina – spiegano i due – merita una speciale attenzione. Il rogo è la prova che i ladri di memoria sono sempre attivi in questa città, circondati da un silenzio imbarazzante. Serve presidiare questi luoghi e agire con gli strumenti della pianificazione urbanistica». La proposta è di realizzare «Un parco archeologico-naturalistico che inglobi le Salinelle e risani quella parte di periferia abbandonata». Quel posto, secondo Finocchiaro e Di Caro, è «Un patrimonio di storia che appartiene a tutti. Servirebbe incontrare i proprietari dei fondi e definire un protocollo».

I vigili del fuoco, autori di difficili operazioni di spegnimento su un’area molto vasta, ricca di sterpaglie e spazzatura di ogni sorta, dalla difficile morfologia del terreno, avrebbero ipotizzato la presenza di diversi inneschi dell’incendio.

«Abbiamo richiesto di convocare un assemblea – concludono gli esponenti dell’Archeoclubb – a cui invitare gli organi di stampa operanti sul territorio, le forze dell’ordine, i rappresentanti delle associazioni di volontariato aventi compiti di tutela ambientale, storico-artistica e dei beni architettonici, al fine di trovare e porre in essere assieme soluzioni preventive e repressive». L’obiettivo di fondo è un «Comitato permanente di vigilanza e salvaguardia per Paternò».

Salvatore Caruso

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