Roghi a Canneto di Caronia, rispunta l’ipotesi di esperimenti top secret…

IL SINDACO HA CHIESTO AIUTO ALLE ISTITUZIONI SICILIANE E ROMANE. CHE PERO’ NON FANNO NULLA E SI NASCONDONO DIETRO LA MANCANZA DI FONDI. INTANTO SI TORNA A PARLARE DEL PROGETTO HAARP…

“Qui potrebbe esserci di tutto. Viviamo nella paura costante, non sappiamo quale sia la causa di questi incendi. Se dieci anni fa la commissione che fu istituita per studiare il fenomeno avesse fatto chiarezza, oggi non saremmo qui con lo stesso identico problema”. Il sindaco di Canneto, piccola frazione del comune di Caronia, Calogero Beringheli, da due settimane non si occupa d’altro: aiutare i propri cittadini, chiedere aiuto alla Regione, ai vigili del fuoco, al ministero dell’interno.

Ha perfino scritto al premier Renzi chiedendo che sia fatta chiarezza sugli strani fenomeni incendiari che si ripetono a Canneto ed esigendo che sia reso noto il lavoro della commissione istituita dieci anni fa e della quale non si è saputo più nulla. Il mistero pare avvolgere nella nebbia questi strani fenomeni e la paura incalza gli abitanti che hanno perso fiducia nelle istituzioni, nel governo, nel Paese. Nelle ultime due settimane, infatti, si sono registrati venti roghi improvvisi, ieri sera due famiglie sono state evacuate e trasferite in albergo dove alloggeranno per un tempo indefinito, in due case sono state installate le centraline dell’Arpa e per domani è previsto l’arrivo di altri tecnici che installeranno una terza centralina per il rilevamento termico e per misurare la temperatura delle pareti degli edifici.

Si procede alla cieca, dunque, senza un presidio stabile dei vigili del fuoco perché i costi sono troppo alti e con l’aiuto dei soli volontari della protezione civile che da qualche giorno stazionano nella piccola frazione aiutando come possono i cittadini e che proprio questa mattina hanno domato un piccolo incendio che si stava sviluppando in una terza casa, situata al confine con le due già bruciate. “Lunedì scorso – spiega ancora il sindaco – durante una riunione che si è svolta a Palermo, mi è stato detto che non ci sono i fondi per mantenere una pattuglia dei vigili del fuoco 24 ore su 24. Bisogna aspettare che si sviluppi un incendio e poi chiamare il comando più vicino che si trova a trenta minuti di macchina. Ho anche scritto all’assessore alla salute Lucia Borsellino chiedendo che ai miei concittadini sia effettuato uno screening medico sanitario. Ma anche da questa istituzione non ho avuto alcuna risposta”.

La paura è tanta in questo piccolo comune tra Messina e Palermo, arroccato sul mare. La vita tranquilla di un paese come tanti è stata sconvolta, e adesso i cittadini sono in cerca di una spiegazione scientifica e plausibile all’autocombustione. I primi episodi risalgono al 2003-2004. Oltre 180 roghi improvvisi di oggetti elettronici, elettrodomestici e altro. Le cronache di quei giorni raccontano di fuochi divampati senza motivo all’interno delle case, cellulari e bussole impazziti, sensori di fumo in funzione senza fiamme o scosse, chiavette Usb smagnetizzate, allarmi di automobili che partivano all’improvviso, ma anche sedie, materassi, perfino tubi dell’acqua.

Tutto in paese sembrava predere fuoco: nel febbraio 2004, di fronte a oltre 180 incendi senza spiegazione, si decise di staccare tutta la corrente del paese. Nulla da fare: anche con il blackout totale, elettrodomestici piccoli e grandi, ma perfino gli stessi cavi elettrici hanno continuato ad andare a fuoco. L’amministrazione comunale decise di far evacuare la popolazione della frazione. Sul posto vennero chiamati i maggiori esperti e tutti i tecnici, dalla Protezione Civile, al Centro elettrotecnico sperimentale italiano, il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto di geofisica e vulcanologia di Firenze, il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, professori universitari, i tecnici di Ferrovie dello stato, Enel e Telecom.

Risultato? Nessuna spiegazione plausibile all’autocombustione. Nel 2005, sotto il governo Berlusconi, venne creato il “Gruppo interistituzionale di lavoro per l’osservazione dei fenomeni di Canneto”. Arrivarono scienziati ed esperti da tutto il mondo, senza contare gli esperti di paranormale, ufologi e persino l’esorcista. Le ipotesi sul tappeto sono tante: dagli alieni, a esperimenti con armi militari non convenzionali,  a campi elettromagnetici sotto il mare.

Ma forse la spiegazione potrebbe essere più semplice. Si parla di un rapporto militare segreto che potrebbe fare chiarezza sugli strani fenomeni di Canneto. Al largo del mare antistante la frazione del piccolo comune di Caronia, potrebbero svolgersi delle esercitazioni militari previste da un progetto statunitense segretissimo denominato Haarp, programma di ricerca attiva ad alta frequenza aurorale, costituito da un trasmettitore capace di trasmettere onde elettromagnetiche sulle onde corte da 2,8 a 10 MHz con una potenza di 960 kW.

L’impianto Haarp sarebbe in grado di inviare onde radio nella ionosfera che, colpendola, la riscalderebbero causando delle leggere perturbazioni, simili a quelle provocate dalla radiazione solare. Lo scopo sarebbe quello di studiare in che modo queste perturbazioni influiscono sulle comunicazioni a breve e a lunga distanza. Una parte di queste ricerche è di dominio pubblico e qualche anno fa qualche giornale ne ha parlato, ma una piccolissima parte rimane segreta perché condotta per interessi e scopi militari con l’obiettivo di intercettare comunicazioni a lunga distanza con i sottomarini.

“Io non avuto modo di leggere alcun rapporto – continua il sindaco – ma ho chiesto al premier Renzi di fare luce su questa vicenda. Vogliamo le carte e i documenti della commissione. Esperti di tutto il mondo, dieci anni fa, sono stati chiamati in causa. Il loro lavoro non ha davvero prodotto niente? Abbiamo il diritto di conoscere la verità. Vogliamo sapere che cosa sta accadendo alle nostre case”.

“In nessun luogo d’Italia – precisa anche il sindaco di Santo Stefano di Camastra, Francesco Re che ha aiutato il collega fornendo i volontari della protezione civile agli abitanti di Canneto e sottoscrivendo un’ordinanza in comune con Beringheli con la quale si chiede un presidio in pianta stabile dei vigili del fuoco – ci si può sentire così abbandonati come qui. Ma il ministro Alfano si rende conto di quello che sta accadendo? Si tratta di fuochi improvvisi e violenti, non è una combustione normale. È vero, esiste un rapporto segreto che io non ho mai visto e del quale si diceva circolasse una sola pagina. Ma c’è anche un problema immediato che riguarda la sicurezza dei cittadini e questa è un’emergenza dalla quale nessuno può sottrarsi”.
Giusy Ciavirella

Giusy Ciavirella

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