Roberto Speziale – padre di Antonio, l’ultrà del Catania condannato per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti – ha querelato la presidente della Camera Laura Boldrini. L’accusa è diffamazione aggravata a mezzo stampa. La rappresentante di Sel ha incontrato ieri la vedova Raciti, Marisa Grasso, e riferendosi alla maglietta con scritto Speziale libero mostrata dal tifoso napoletano Gennaro Di Tommaso durante la finale di Coppa Italia dello scorso 13 maggio, ha parlato di un episodio «deprecabile». «Sono rimasto basito ed esterrefatto per le parole rilasciate ai giornalisti da chi rappresenta la terza carica dello Stato», afferma oggi Roberto Speziale.
«Sfido chiunque a dimostrami che quella frase di mera solidarietà Speziale libero rivolta per ricordare mio figlio Antonino, che oggi è rinchiuso nel penitenziario di Agrigento, sia un inneggiare alla violenza», prosegue. Per il padre del giovane si sarebbe trattato della «sottolineatura di un libero pensiero, tutelato dalla Costituzione italiana, di chi, conoscendo la vicenda giudiziaria, ritiene mio figlio, Antonino Speziale, non responsabile della morte del compianto ispettore di polizia Filippo Raciti, nonostante la condanna che ha subito». Roberto Speziale sostiene anche lui l’innocenza del figlio. «Chiederei alla signora Boldrini: “Sono violento e volgare se dico questo?”». E prosegue: «Io sono il primo ad essere contro la violenza, ma per difendere mio figlio e tutelare anche chi si batte e crede nella sua innocenza mi trovo costretto a querelare oggi anche il presidente della Camera Laura Boldrini, che ha fatto sue le idee di Marisa Grasso».
[Foto de Il Fatto quotidiano]
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