Rivolta contro i nomi: via Montanelli diventa via Destà Altre due strade prendono il nome di vittime di tratta

Una rivolta contro i nomi. Quelli storici, di personaggi importanti di un passato neanche troppo lontano, da sempre sui cartelli di certe vie. Nomi che da stanotte non ci sono più, sostituiti da nomi nuovi. Tutti nomi di donne. Una si chiamava Destà e quando il famoso giornalista Indro Montanelli la compra come schiava sessuale ha solo 12 anni. Al posto di quella via che fino a ieri portava a caratteri grandi e neri il nome dell’uomo che l’aveva acquistata per farne la sua sposa bambina, da stanotte c’è il suo. Gli altri nomi apparsi su altre vie sono quello di Loveth Edward, nigeriana vittima di tratta uccisa e abbandonata accanto ai cassonetti della spazzatura di cortile Barcellona: è lì, nel luogo del suo abbandono, che ora un cartello in sua memoria la ricorda. E quello di Favour Nike Adekunle, ritrovata uccisa e bruciata tre giorni dopo il suo rapimento nelle campagne di Misilmeri: il suo nome adesso campeggia nel parco della Favorita, da dove fu rapita.  

La guerriglia odonomastica a Palermo non si ferma. A intervenire in questi tre diversi luoghi della città, in vista dell’8 marzo, sono stati il collettivo Fare Ala, il neonato collettivo femminista H e il gruppo di attiviste bosniache Crvena. L’intento è quello di proporre uno spunto per ripensare la storia in senso anti-coloniale e anti-patriarcale risemantizzando gli spazi che abitiamo. Re-intitolare via Indro Montanelli a Destà è un gesto che vuole mettere in discussione le figure, quasi esclusivamente maschili, celebrate nella toponomastica, che di fatto rispecchia una ben precisa versione della storia, che lascia ai margini e inascoltate le voci e le storie delle minoranze, degli oppressi, dei colonizzati e delle donne. Allo stesso tempo, l’intervento in via Montanelli è un preciso attacco a ciò che il giornalista rappresenta: un Paese che non ha mai veramente affrontato il passato coloniale e che continua a giustificarne i crimini con lo stereotipo dell’autorappresentazione “Italiani brava gente”.

L’azione di intitolazione con il nome di Destà attraverso la guerriglia odonomastica si completa con altri due interventi che hanno come protagoniste due donne vittime della più recente tratta della prostituzione, legando il razzismo e la violenza del passato con quelle del presente. Il primo intervento si è svolto nella via dedicata al giornalista, poco lontano da viale della Regione Siciliana. Gli attivisti hanno deciso di riporre l’attenzione sulla figura di Montanelli sulla scia dell’azione intrapresa lo scorso 8 marzo dalle attiviste di Non Una Di Meno contro la statua dei giardini Indro Montanelli a Milano. In questo caso, il gruppo ha proposto la sostituzione dell’insegna di via Montanelli con l’affissione di una nuova targa intitolata appunto a Destà, la ragazza eritrea di 12 anni che Montanelli comprò durante l’invasione dell’Etiopia nel 1936.

Il secondo intervento è stato realizzato nel cortile Barcellona. Qui i tre collettivi hanno affisso una targa dedicata a Loveth, prostituta ventiduenne di origine nigeriana trovata senza vita proprio all’incrocio tra quel cortile e via Juvara, il 6 febbraio 2012. Il terzo intervento ha avuto luogo al parco della Favorita con una targa per commemorare Favour, rapita nel parco il 15 dicembre 2012. «Il nostro intento è di stimolare una riflessione sulla violenza e sul razzismo in un paese che ancora fatica a confrontarsi con l’eredità di un passato coloniale e patriarcale», spiegano gli attivisti. Con queste azioni si apre anche una raccolta firme che si potrà sostenere attraverso questo link http://chng.it/59MNkGnCz8, e che servirà a supportare la richiesta ufficiale al Comune di Palermo per la sostituzione di via Montanelli in via Destà e successivamente per la creazione di targhe permanenti dedicate a Loveth Edwards e Favour Nike Adekunle. 

Silvia Buffa

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