Rivive Palazzo Beneventano, dimora storica a Lentini Da studio per Falcone ai vandali, oggi è spazio d’arte

È una delle dimore storiche più belle della Sicilia e fino al dopoguerra era abitata dagli eredi del barone Giuseppe Luigi Beneventano, poi occupata da sfollati, sede di mezzi comunali della nettezza urbana che avrebbero rovinato il mosaico a ciottoli dell’800, luogo di svago per i vandali e ancora studio del giudice Giovanni Falcone, che a Lentini svolse il suo primo incarico da pretore, dal 1965 al 1967. Dimenticato fino a pochi mesi fa, nonostante i recenti restauri avviati intorno al 2004 e durati circa un decennio, Palazzo Beneventano, progettato dal famoso architetto Carlo Sada, oggi rivive grazie all’impegno dei volontari di Italia Nostra Lentini, con le sue 50 stanze tra sale della musica, del trono, di attesa, da conversazione e la grande sala degli specchi, tutte affrescate, disposte a mo’ di cannocchiale prospettico e distinguibili dai mosaici dei pavimenti. 

«Tutto parte da una figura particolarmente importante per la città: Alfio Sgalambro – racconta Giorgio Franco, volontario e presidente del presidio Italia Nostra di Lentini – Lui, intorno agli anni ’50, assieme a noti uomini di cultura come Leonardo Sciascia, Carlo Cicero, Accursio Di Leo e tantissimi altri, fondò il centro studi dedicato a Notaro Jacopo con sede proprio all’interno di Palazzo Beneventano. Oggi noi, per uno strano gioco del destino, abbiamo riaperto le porte di questo meraviglioso edificio nobiliare in qualità di associazione. Quando siamo arrivati, parecchi anni dopo le opere di restauro – continua – i pavimenti erano talmente sporchi da risultare irriconoscibili e le colombe si erano impossessate dei locali. Li abbiamo ripuliti e abbiamo dato vita a mostre, concerti, conferenze e manifestazioni di vario genere».

Con l’evento Dea Misterica i volontari hanno aperto il palazzo, trasformando le scuderie e i grandi magazzini in contenitori per esposizione di arte contemporanea, e lo spazioso cortile esterno (dove la nobiltà lentinese amava organizzare le feste aperte alla città e i braccianti agricoli si riunivano per pianificare il lavoro nei campi) in un grande palco per musica dal vivo. Ora, il sogno di Giorgio Franco è far risorgere dalle ceneri il Centro Studi Notaro Jacopo e «trasformare il palazzo in un centro di aggregazione dove chiunque possa recarsi per studiare, per leggere un buon libro e tanto altro, approfittando della rete Wi-Fi e di una serie di servizi in fase di progettazione».

Palazzo Beneventano è stato acquisito dal Comune di Lentini tra il 1974 e il 1975, «fu questo passaggio di proprietà – spiega a MeridioNews Franco – da privato a comunale, che permise ai vandali di entrare, approfittando del fatto che fosse disabitato, e rovinare tutto ciò che oggi poteva essere importante per noi ai fini storici». Sarebbero stati rubati i cavi in rame, strappate la carta da parati e le stoffe che rivestivano le pareti, asportate le prestigiose maioliche che pavimentavano le cucine e alcuni disimpegni. Nell’acquisto non erano inclusi gli arredi di pregio: alcuni sarebbero stati venduti in un’asta giudiziaria, altri rubati come il resto delle cose. Oggi, la sede nazionale di Italia Nostra che si occupa della salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali, «è disposta a fornire ciò che manca alla struttura, come le vetrate degli infissi e l’impianto elettrico».  

Danilo Daquino

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