Tre giorni fa, su delega della direzione distrettuale antimafia della procura di Catania, gli agenti della squadra mobile etnea, con la collaborazione dei colleghi di Bologna e Sassari, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di tre cittadini nigeriani. In manette sono finiti Elvis Osazee (classe 1986), Gift Osayande (classe 1984) e Ken Eghisa Omaragbon (classe 1984). I primi due sono stati bloccati a Bologna, il terzo nella città sarda. Tutti sono indiziati di tratta di persone a danno di connazionali ancheminorenni, di tratta di esseri umani con l’aggravante della transnazionalità e, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.
Le manette sono arrivate dopo una complessa attività investigativa di tipo tecnico, coordinata dalla Dda etnea e avviata dalla squadra mobile nel mese di aprile 2016 a seguito delle dichiarazioni rese da una cittadina nigeriana Samara – nome di fantasia – minorenne, giunta al Porto di Catania. La ragazza aveva riferito di essere partita dalla Nigeria alla volta dell’Europa per un lavoro utile a mantenere la propria famiglia. Dopo avere contratto un debito di circa 30mila dinari con una madame, in Italia l’avevano sottoposta al rito magico Ju Ju. Dopo essere stata trasferita dall’organizzazione dalla Nigeria alla Libia, Samara era stata venduta ad altra madame in Italia e aveva intrapreso, unitamente ad altri migranti, un viaggio clandestino via mare che l’aveva condotta sulle coste siciliane.
Le indagini e le dichiarazioni di Samara hanno permesso di riscontrare l’esistenza di un’organizzazione criminale a carattere transnazionale, con basi in Nigeria, Libia e Italia. Di questa Osazee avrebbe avuto una posizione apicale. E, aiutato dalla compagna Osayande, avrebbe gestito il traffico di giovani donne nigeriane da trasferire in Italia e avviare alla prostituzione. Omaragbon, recentemente giunto in Italia, è stato individuato come la persona che in Nigeria avrebbe selezionato le vittime da reclutare, accompagnandole dal voodoolista per la celebrazione il Ju Ju allo scopo di soggiogarle psicologicamente, per poi seguire le tappe del loro trasferimento sino alla Libia. L’uomo aveva vissuto in Italia per alcuni anni in passato, poi era stato espulso ed era rientrato in Nigeria.
L’indagato, temendo che le autorità scoprissero la sua identità e risalissero al precedente provvedimento di espulsione, progettava di fuggire in Svezia. Gli arrestati sono stati trasferiti nelle carceri Giuseppe Dozza di Bologna e Bancali di Sassari. Nel corso del 2016 la squadra mobile di Catania ha avviato numerose indagini sul fenomeno della tratta di persone, traendo in arresto 25 cittadini nigeriani.
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