«Diffidare la burocrazia non basta. Serve sbloccare in pochi giorni tutti gli atti». Ance Sicilia non ci sta e, dopo le dichiarazioni del presidente uscente della Regione, rilancia. Musumeci, infatti, aveva fatto sapere di avere sollecitato i dirigenti generali dei dipartimenti, segnalando gravi ritardi nei pagamenti delle fatture. Ma il collegio regionale dei costruttori edili siciliani ribatte. «Ringraziamo per l’iniziativa assunta – ha detto Santo Cutrone – nei confronti della burocrazia che blocca da un anno la spesa per i pagamenti alle imprese edili. Ma ciò è tardivo e non basta, le imprese non sono più nelle condizioni di aspettare altri due-tre mesi perché si insedi il prossimo governo. Trovarci con un esecutivo per l’ordinaria amministrazione non può costituire un alibi per l’intera classe politica che da oltre un anno non riesce a imporsi sull’immobilismo amministrativo». A rischio gli operatori del comparto e, a cascata, le famiglie dei lavoratori che attendono. Già perché ad essere interessate dalla questione non sono solo le aziende affidatarie di lavori e servizi pubblici ma anche i dipendenti e i fornitori dei materiali.
Un effetto domino negativo innescato, a monte, da fatture non saldate in tempi accettabili o, trattandosi di pubblica amministrazione, bisognerebbe definire ragionevoli. «Di fronte a una burocrazia ignava, infingarda, priva di qualsiasi senso di responsabilità – prosegue Cutrone – del dovere e di rispetto nei confronti di un settore ridotto allo stremo proprio da queste gravi omissioni, che ha ignorato i continui solleciti e richiami e che certamente non potrà avere timore di una diffida, urge una tregua elettorale nella quale il governo Musumeci, i deputati regionali uscenti, i partiti e tutti i candidati stringano insieme un patto per un’assunzione comune di responsabilità che consenta in pochi giorni di adottare tutti gli atti e provvedimenti dai quali dipende la sopravvivenza delle imprese siciliane, a partire dai pagamenti bloccati da un anno». Una situazione inaccettabile che mette sull’orlo del baratro «dopo una lunga serie di promesse disattese». Dito puntato contro la Regione, quindi. I costruttori edili associati ad Ance, dopotutto, ricordano di avere già chiesto la convocazione urgente di un tavolo tecnico sui mancati pagamenti senza, però, ricevere una risposta concreta.
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