Il Cara di Mineo ancora teatro di tensioni tra i migranti ospitati al suo interno. Questa volta si tratta di una rissa al culmine della quale un nigeriano di 21 anni è finito in ospedale in gravi condizioni e un 18enne di origini ghanesi, Muhammed Seeba, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato. All’origine dello scontro, secondo quanto riporta una nota della Questura di Catania, un diverbio tra cittadini del Ghana e della Nigeria trasformatosi in una spedizione punitiva.
Secondo gli inquirenti, lo scontro si sarebbe sviluppato nell’arco di due giorni. La prima lite dentro al centro di accoglienza per richiedenti asilo risalirebbe a martedì scorso, originata da un diverbio al culmine del quale una donna nigeriana avrebbe dato uno schiaffo a un ghanese. Le tensioni, sul momento sedate dal personale della polizia in servizio al Cara, sarebbero però proseguite nella tarda serata di mercoledì con una vera e propria spedizione punitiva in cui «un gruppo di ghanesi – riporta la Questura in una nota – armati di bastoni e senza un preciso motivo, si è diretto verso il giovane nigeriano che stava con la propria moglie innanzi alla palazzina che li ospita». Durante la rissa il 21enne originario della Nigeria sarebbe stato colpito alla testa.
A porre fine allo scontro sono intervenuti ancora gli agenti che, allontati i ghanesi, hanno soccorso il giovane nigeriano, che è stato trasferito prima allospedale di Caltagirone e subito dopo al Cannizzaro di Catania, dove adesso si trova ricoverato in terapia intensiva per un grave trauma cranico con emorragia cerebrale. Secondo gli inquirenti, a colpire il ragazzo alla testa sarebbe stato il ghanese Muhammed Seeba che, rintracciato ieri sera dagli uomini della squadra mobile, è stato arrestato e condotto nel carcere di Caltagirone, dove adesso è a disposizione della Procura della Repubblica calatina perché sospettato di tentato omicidio aggravato. La magistratura ha inoltre individuato e posto sotto giudizio altri sette cittadini ghanesi e uno nigeriano, perché – in merito al primo scontro di martedì 30 luglio – «sono ritenuti responsabili di lesioni personali gravi, con le aggravanti delluso di armi improprie e dallessere più persone riunite».
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