Meglio prepararsi al peggio. I deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord, i gruppi riconducibili a Cateno De Luca all’Assemblea Regionale Siciliana, hanno presentato un disegno di legge per l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio fino ad aprile 2023. Si tratta di uno strumento che consentirà la gestione della spesa di natura corrente e gli interventi di somma urgenza. A preoccupare sono le conseguenze alla pronuncia delle sezioni riunite della Corte dei Conti, che ha sospeso il giudizio di parifica del rendiconto della Regione del 2020.
«I giudici contabili – hanno detto i capigruppo Salvatore Geraci e Ludovico Balsamo – hanno contestato numerose irregolarità nel conto economico e nel conto patrimoniale oltre che il risultato di amministrazione. Ciò pone nella necessità di mettere in atto tutte le azioni necessarie per limitare i danni. Il governo Schifani, in sostanza, dovrebbe accantonare già nel prossimo bilancio 866 milioni di euro in attesa del pronunciamento della Consulta, oltre a dovere coprire immediatamente un buco di altri 300 milioni per le partite contabili ritenute irregolari».
Aspetti di non poco conto davanti ad una Regione che era stata descritta, dalla precedente amministrazione, «con le carte in regola». Per questo il ricorso all’esercizio provvisorio dovrebbe rappresentare una “pezza” per garantire l’ordinario e potere affrontare quanto è indifferibile. «La nostra proposta legislativa – continuano – mira ad approvare urgentemente l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione Siciliana fino ad aprile 2023, nelle more del pronunciamento della Corte Costituzionale e di fare chiarezza sulle possibili soluzioni di questa emergenza finanziaria. Abbiamo chiesto al presidente dell’Assemblea, Gaetano Galvagno, e al presidente della Commissione Bilancio, Dario Daidone, di voler urgentemente dare riscontro alla nostra istanza. Il rischio che le recenti irregolarità sollevate dalla Corte dei Conti, con la conseguente sospensione della parifica del bilancio della Regione relativo all’anno 2020, possano generare una situazione di stallo per l’intera economia siciliana è molto più che concreto e bisogna agire subito».
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