Riqualificare e rigenerare la vegetazione e il complesso monumentale della villa Bellini. La proposta arriva da una delibera della giunta, al momento rappresentata dal vicesindaco Roberto Bonaccorsi, che ha preso il posto di Salvo Pogliese, sospeso dall’incarico. Si tratta di una domanda di finanziamento da due milioni di euro sottoposta al governo centrale di Roma. Il progetto dettagliato presentato dagli uffici di palazzo degli Elefanti rientra nell’ambito delle iniziative «per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici» da finanziare con i fondi del Pnrr. «La decennale difficoltà economico finanziaria dell’amministrazione, che ha condotto alla dichiarazione del dissesto nel 2019 – afferma l’amministrazione – non ha consentito di effettuare negli anni tutti i dovuti e necessari interventi di manutenzione del giardino storico Bellini, ricambio e rigenerazione dell’impianto arboreo e arbustivo, degli impianti di supporto agronomico, interventi di restauro». Problemi di bilancio, dunque, che negli anni non avrebbero consentito un restyling del parco, simbolo della città e negli ultimi tempi vittima di atti vandalici che fotografano lo stato di abbandonato che caratterizza alcuni tratti.
Dichiarato di interesse storico-architettonico il 15 aprile 2015 dall’assessorato ai Beni culturali della Regione, il giardino dedicato al compositore catanese, nato nel 1719 sotto i principi Biscari, diventa parco pubblico nel 1854, poi ampliato dall’architetto Francesco Fichera con viali ad anello, fontane e sculture e, all’inizio del Novecento, arricchito da un complesso monumentale dell’architetto Giuseppe Simone. Ospita alberi di interesse storico, di cui tre dichiarati monumentali. Adesso arriva la proposta degli uffici che prevede interventi alla vegetazione per 900mila euro, la valorizzazione delle aiuole policrome. Il progetto comprende l’ottimizzazione degli impianti tecnici del giardino «per accrescere il risparmio idrico» per un valore di 400mila euro. Mentre 300mila euro andranno a finanziare il restauro dei complessi architettonici e monumentali. In ultimo, 200mila euro sono disposti per la messa in sicurezza di «recinzioni e cancelli d’ingresso, installazione di sistemi automatici di controllo degli ingressi, allarmi e videosorveglianza». Le voci del piano per ripristinare il patrimonio del parco prevedono, inoltre, 200mila euro per per interventi di valorizzazione e comunicazione, con la realizzazione di segnaletica e pannelli informativi.
L’obiettivo, da quanto affermato dalla giunta del capoluogo etneo, è proprio quello di «arrestare il degrado del giardino, elevandone gli standard di gestione, manutenzione, sicurezza e accoglienza, nonché di assicurarne la migliore conservazione nel tempo, in un’ottica di sostenibilità e resilienza mirata a rafforzare l’identità del luogo». La necessità La necessità di intervenire riguarda anche la cura degli alberi sofferenti anche a causa «delle potature scellerate effettuate negli anni ‘70 del ‘900, che ne hanno compromesso la vitalità e alterato il portamento», dicono ancora gli uffici. Gli stessi indicano una «carenza dei lavori al terreno e il dilavamento dei pendii»: tutti elementi, compresi gli arredi, che richiedono operazioni di manutenzione necessarie. Previsti anche un nuovo sistema di tracciamento degli alberi con Qr code e un sistema di controllo per evitare il ripetersi dei fenomeni di «microdelinquenza».
Saranno riqualificati gli originari parterre e si prevede la realizzazione di aree a verde utilizzando la specie Lippia nodiflora, specie che «ha limitate esigenze idriche e di manutenzione». Il progetto prevede l’attenzione alla biodiversità e l’efficientamento dell’impianto di irrigazione al fine di ridurre il consumo idrico, secondo quanto previsto dai criteri di sostenibilità. Un piano che propone anche percorsi per persone diversamente abili, che culmina con l’installazione di un modellino tridimensionale in bronzo del Giardino in scala 1/200, interattivo per esperienza tattile-sensoriale e olografie delle architetture scomparse che dovrebbe essere installato nei pressi dell’ingresso di piazza Roma.
Se accolti dal governo, i lavori dovranno essere realizzati entro il 2024. Un nuovo volto della villa che mira a ripristinare le sue inclinazioni ottocentesche con l’introduzione di nuove essenze vegetali che hanno anche l’obiettivo di ridurre l’emissione di C02. Nel piano del Comune, la cura del verde vedrebbe la collaborazione con l’osservatorio delle Malattie delle piante di Acireale e l’attivazione di un servizio consultivo con i componenti della Consulta del verde. Se le ambizioni dell’amministrazione andranno a buon fine, la volontà sarà quella di instaurare una collaborazione attraverso il partenariato con enti pubblici e privati.
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