Riposto, crolla solarium durante una festa Panico, 17 feriti e polemiche sul collaudo

«Ho visto la pedana di legno spaccarsi e piegarsi verso l’interno, mentre le persone venivano risucchiate dentro finendo sugli scogli». Doveva essere una festa l’inaugurazione del White Sensation, il lounge solarium sul lungomare di Torre Archirafi, frazione marinara di Riposto, frequentatissima in estate. Ma è finita con 17 feriti, nessuno in codice rosso, molto spavento per le centinaia di giovani presenti e una scia di polemiche a proposito del collaudo della struttura, che risulterebbe non eseguito.

Intorno alle 23, quando era passata circa mezz’ora dall’inizio della serata, la pedana, adibita ad uso pubblico ma affidata ad un privato, non ha retto al peso ed è crollata, aprendo uno squarcio di una trentina di metri quadri. Alcune decine di persone sono cadute sugli scogli da un’altezza di circa due metri, ma l’impatto è stato attutito dalle tavole di legno. Il bilancio è comunque di 17 feriti, ricoverati negli ospedali di Giarre, Taormina ed Acireale. I più gravi hanno riportato fratture, tra cui una sospetta rottura del femore per due ragazze. Nei minuti successivi i presenti hanno cercato di uscire dalla pedana e conquistare il marciapiede, attimi di panico in cui alcuni giovani, caduti a terra, sono stati calpestati. Nella voragine sono finiti anche un grosso pianoforte e la consolle che si trovavano sulla pedana, oltre a numerosi effetti personali dei presenti, che i vigili del fuoco di Riposto hanno impiegato molte ore per recuperare.

Erano circa 300, secondo i testimoni presenti, le persone accorse all’inaugurazione. Ma non tutte, al momento del crollo, si trovavano sul solarium, lungo circa 150 metri e largo meno di dieci. «Ho cominciato a sentire strani scricchiolii, al punto che ho invitato la mia ragazza ad uscire, dopo qualche minuto è venuto giù tutto», racconta Salvo. Le forze dell’ordine – carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili del fuoco e guardia costiera – hanno cercato di ricostruire la vicenda. In particolare per capire se i giovani stessero anche ballando quando il legno ha ceduto. «Nessuna danza – sottolineano alcuni organizzatori della serata – avevamo appena aperto lo spumante, c’erano ancora i bicchieri sui tavoli».

La realizzazione e la gestione del solarium sono state affidate l’anno scorso dal Comune di Riposto alla società cooperativa Qs Italia & Partners, che a sua volta ha delegato un’altra ditta dell’effettiva gestione. Il contratto stabilisce che la pedana deve rimanere adibita ad uso pubblico, ma nelle ore serali può ospitare «un punto di incontro con musica ed altre attività ludiche, con eventuale vendita di prodotti alimentari». Rimane ancora poco chiaro il quadro delle autorizzazioni, mentre il collaudo non sarebbe stato eseguito. «I gestori hanno ottenuto le autorizzazioni dal demanio – spiega l’ingegnere Orazio Di Maria, responsabile ai Lavori pubblici – ma noi sapevamo che i lavori erano ancora in corso, serviva un collaudo da parte nostra prima di iniziare, così come ho fatto personalmente l’anno scorso. Se avessi saputo che l’inaugurazione era in programma stasera, li avrei fermati». Circostanza prevista esplicitamente anche dal contratto che affida al responsabile unico del progetto, cioè proprio l’ingegnere Di Maria, il compito di «controllare la corretta realizzazione delle strutture e la regolare esecuzione prima della messa in esercizio».

Sul crollo è stata aperta un’inchiesta e nella notte sono stati sentiti dai carabinieri i responsabili della società a cui il Comune ha affidato le pedane e i gestori che hanno ricevuto i solarium in subappalto. Nei mesi estivi Torre Archirafi è destinazione serale privilegiata dai giovani di tutto il comprensorio e negli ultimi due anni la presenza dei solarium ha vivacizzato il lungomare, scatenando tuttavia anche le proteste di un gruppo di residenti. Adesso il timore è che l’eco della notizia danneggi la stagione turistica. «Ci costituiremo parte civile – annuncia il sindaco appena eletto di Riposto, Enzo Caragliano – E’ stata danneggiata l’immagine del nostro paese, ora nessuno vorrà più usare i solarium».

Salvo Catalano

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