«La nave Ong Mare Jonio è ripartita alla ricerca nel Mediterraneo, con a bordo centri sociali, esponenti di Seawatch, Open Arms e una scrittrice che pubblica sull’Espresso e Repubblica. Buon viaggio, baci, abbracci e #portichiusi». Sulla sua pagina Facebook Matteo Salvini sceglie ogni giorno un nemico da additare, un avversario da irridere, un bersaglio da puntare. E la missione Mediterranea – che dal 4 ottobre scorso svolge un’attività indipendente di monitoraggio, testimonianza e denuncia della condizione in cui si trovano i migranti che in assenza di soccorsi tentano di raggiungere le coste italiane dalla Libia – sublima in fondo tutto ciò, perché sulle politiche migratorie si muove in direzione ostinata e contraria rispetto alla linea di Salvini.
Arriva un po’ in ritardo il vicepremier. In realtà la Mare Jonio è salpata giovedì dal porto di Palermo, nonostante il maltempo di questi giorni. La sosta tecnica e di rifornimento nel capoluogo siciliano si è rivelata un po’ più lunga del previsto. Ma è stata utile per l’equipaggio perché, oltre al riposo, ha potuto far conoscere alla cittadinanza le caratteristiche del progetto. La nave battente bandiera italiana, col sindaco Orlando che voluto unire anche quella della città, è l’unica che al momento si trova nel Mediterraneo centrale per supportare l’eventuale soccorso di imbarcazioni in difficoltà. E se è vero che le piogge di questi giorni hanno probabilmente scoraggiato la partenza di migranti dall’Africa, è altrettanto innegabile che la seconda missione di Mediterranea – nel tratto di mare che lo scorso settembre ha registrato una persona morta o dispersa su cinque, tra coloro che hanno tentato la traversata – è quasi contemporanea al vertice sulla Libia che si terrà sempre a Palermo il 12 e il 13 novembre.
«Ripartiamo – scrive l’equipaggio in una nota – per tenere accesa l’attenzione dell’opinione pubblica su quanto realmente accade nelle acque a sud della Sicilia e per non consentire ai nostri governi di girare la faccia dall’altra parte di fronte a drammi che li richiamano al comune senso di responsabilità e di umanità». Alla nuova missione partecipa anche Riccardo Gatti, di Proactiva Open Arms, e un team di soccorso in mare della ong tedesca Sea-Watch (che è partner del progetto). Mentre continua la raccolta fondi per finanziare le attività di Mediterranea: al momento i contributi hanno superato i 273mila euro, grazie a 2082 sostenitori, anche se si è ancora lontani dall’obiettivo prefissato dei 700mila euro.
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