Scongiurato il rischio di chiudere le piccole strutture e rivisti i numeri di posti letto disponibili, tra pochi giorni il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera regionale passerà all’esame della giunta guidata da Rosario Crocetta e, dopo la votazione in aula, verrà trasmesso al ministero della Salute. Sta per compiersi, dunque, la rivoluzione del settore imposta dall’assessore Lucia Borsellino. I centri minori potranno riunirsi in quelli che sono stati definiti come una sorta di consorzi che consentiranno di salvare le unità minori. Nel Catanese, le sette strutture a rischio verranno accorpate in tre centri: Acireale e Giarre; Biancavilla, Bronte e Paternò e infine Militello e Caltagirone. Lieve il ritocco del numero di posti letto nei due ospedali cittadini (il Garibaldi ne perderà 44, il Cannizzaro 25), ma il Policlinico scenderà dagli attuali 2260 a 2036.
Si festeggia a metà a Paternò, Comune che su tutti ha portato avanti una protesta sentita da tutta la cittadinanza, con tanto di presidio e petizione da migliaia di firme, per chiedere il mantenimento del Santissimo Salvatore. Qui i posti messi al sicuro sono 80. Se da un lato è stato assicurato il reparto di Chirurgia, chiuderà i battenti il punto nascita che verrà spostato a Biancavilla. «Il nuovo piano sanitario che è stato presentato alla Commissione rappresenta sicuramente un passo avanti rispetto alla bozza che nei mesi scorsi abbiamo contestato con forza», ha affermato il sindaco paternese Mauro Mangano. Più duro l’intervento del vicesindaco, Carmelo Palumbo: «Se si guarda alla distribuzione dei posti letto che il piano assegna ai vari ospedali dellisola, Paternò figura agli ultimi posti». E i due ricordano come rimangano sul tavolo ancora le questioni relative allo sblocco dei lavori di ristrutturazione.
Soddisfatti parzialmente anche i membri del Comitato cittadino nato proprio in occasione della particolare vertenza, che a loro volta avvertono: «Ora si aprirà un tavolo di discussione che porterà alla rimodulazione definitiva». E sottolineano che «quanto sta accadendo oggi conferma quelle che erano le richieste legittime del Comitato. Discorso diverso per la Ginecologia, dove adesso si apre una partita tutta nuova», promettono.
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