«In tema di rimborsi il gruppo siciliano è il faro del Movimento 5 stelle a livello nazionale». Nei giorni in cui a tenere banco, tra i pentastellati, è la presunta mancata restituzione delle indennità da parte dei parlamentari nazionali Carlo Martelli e Daniele Cecconi – anche se pare che la vicenda possa riguardare una decina tra deputati e senatori – a esprimersi sul comportamento dei deputati regionali nell’Isola è Giancarlo Cancelleri. «Dal 2012 abbiamo restituito oltre tre milioni e mezzo, se consideriamo la rinuncia al rimborso elettorale di cinque anni fa – dichiara a MeridioNews -. Sono soldi che avremmo potuto intascare, come fanno altri, ma che noi abbiamo messo a disposizione dei siciliani, con iniziative importanti come il microcredito». Stando ai dati pubblicati, la somma complessiva restituita dai deputati siciliani è di 3 milioni 590mila euro. Fino a oggi la rendicontazione è stata fatta sul sito sicilia5stelle.it, a differenza delle altre regioni che fanno confluire le cifre su tirendiconto.it. «Da questa legislatura lo faremo anche noi – continua Cancelleri -. Finora abbiamo usato il sito regionale perché ci siamo insediati prima che il Movimento 5 stelle entrasse nel parlamento nazionale».
Sul tema trasparenza, tuttavia, non tutto sembra andare alla perfezione. Quantomeno per quanto riguarda l’aggiornamento dei dati. A partire dalla lista dei portavoce presenti all’Ars: a distanza di oltre tre mesi dalle Regionali, non c’è traccia infatti delle new entry – nove su undici deputati – mentre risultano ancora in carica sia quanti non sono stati riconfermati, sia quelli che dal Movimento 5 stelle si erano sospesi, come nel caso di Giorgio Ciaccio e Claudia La Rocca. La lentezza riguarda anche la rendicontazione. Considerato che per i nuovi deputati non c’è possibilità di conoscere l’entità delle spese sostenute e per gli ex non è più possibile cliccare sulle singole schede, gli unici dati a disposizione sono quelli riguardanti i parlamentari rieletti. Anche qui, però, bisogna accontentarsi: la rendicontazione più recente è quella di Valentina Zafarana e risale al mese di dicembre, quando la deputata messinese, a fronte della percezione dello stipendio totale di poco più di ottomila euro e di una trattenuta fissa di 2500 euro, ha restituito oltre duemila euro, ottenendo rimborsi per quasi quattromila euro. Questi ultimi sono comprensivi di spese per buoni pasto, pedaggi, affitto e soprattutto spese carburante. Per quest’ultima voce, le cifre che i deputati si fanno rimborsare potrebbero apparire eccessive, con una media che va per lo più tra i 30 e i 40 centesimi al chilometro. Il motivo però è legato ai parametri stabiliti dall’Aci. «Comprendono anche le quote riguardanti l’uso degli pneumatici e le spese di manutenzione – spiega Cancelleri -. Anche in questo caso, comunque, ci siamo comportati in maniera etica: abbiamo concordato quasi un dimezzamento delle tariffe a cui avremmo avuto diritto». Ciò comunque fa sì che la voce mensile riguardante la benzina possa superare anche i duemila euro: Cancelleri, per esempio, nei primi dieci mesi del 2017 (la sua scheda è aggiornata a ottobre, ndr) per sette volte ha ottenuto rimborsi superiori a tale cifra.
Scorrendo i profili degli altri dieci deputati dei quali sono visibili i dati, non mancano altre particolarità. Chi più degli altri è indietro è l’ex capogruppo Angela Foti. Gli ultimi dati sulla politica acese risalgono, infatti, a marzo dello scorso anno, mese in cui ha restituì più di 2400 euro. «Ho già versato i rimborsi fino all’estate – assicura Foti a MeridioNews – ma evidentemente il sito non è stato ancora aggiornato. I miei bonifici sono stati più saltuari, ma non ho mai trattenuto un centesimo in più rispetto a quanto avrei dovuto». Sulla questione periodicità a esprimersi è anche Cancelleri. «Da presidente dell’associazione ho il quadro completo della rendicontazione. Ogni deputato svolge il proprio compito – specifica il deputato -. La maggior parte lo fa con cadenza trimestrali, altri sono più lenti. Ci sono tanti fattori che possono incidere, per molti si tratta dell’unica entrata familiare e può capitare che ci siano periodi dove non si riesce a essere puntuali, ma i conti alla fine sono sempre tornati e continueranno a farlo».
Tra le situazioni che potrebbero apparire più strane c’è quella di Salvatore Siragusa. Residente a Bagheria, ovvero a poco più di venti chilometri da palazzo dei Normanni, nei primi dieci mesi del 2017 ha ottenuto rimborsi benzina per oltre 12mila euro. Dichiarando di avere percorso una media di oltre 3500 chilometri al mese. Al contempo Siragusa risulta avere affrontato spese di alloggio per una media di 250 euro mensili, con spese telefoniche spesso superiori ai cento euro mensili, a cui vanno poi aggiunti buoni pasto per una media di seicento euro. «Per la benzina il motivo sta nel fatto che la nostra attività non è caratterizzata soltanto da sedute all’Ars ma da viaggi in tutte le parti della Sicilia – replica Siragusa a MeridioNews -. Mentre per quanto riguarda il cibo, c’è da dire che ci siamo dati la regola dei buoni pasto da sette euro che però io pago, come altri miei colleghi, anche ai miei collaboratori. Stesso discorso vale per le utenze telefoniche».
«A livello nazionale abbiamo dato indietro qualcosa come quasi 38 milioni di euro, un fatto unico in Italia – ricorda Cancelleri -. Furbetti? Ogni qual volta li abbiamo scoperti sono stati cacciati via. E Di Maio anche stavolta è stato chiaro. A dimostrazione di come – conclude il deputato siciliano – nel Movimento 5 stelle non ci sia spazio per chi non rispetta le regole e gli elettori».
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