Rigassificatore della Valle dei Templi: la maledizione di Zeus sui politici agrigentini (e non)

Da Gaetano Graziano, Presidente riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Il 14 luglio 2008 pubblicai su questo blog un articolo dal titolo “La maledizione di Zeus” con riferimento alle non felici vicissitudini che avevano colpito coloro che, a vario titolo, avevano favorito o non si erano opposti all’ignobile progetto del rigassificatore sotto la Valle dei Templi di Agrigento, proprio là dove i coloni greco-rodesi avevano eretto al padre Zeus uno dei più grandi (forse il più grande) tempio della Magna Grecia a sua gloria imperitura. 

Certo, padre Zeus deve essersi adombrato, “nichiato” come diciamo noi, con i vari Prodi, Bersani, Rutelli, Pecoraro Scanio, Cuffaro, Capodicasa che quello scellerato progetto hanno voluto o benedetto, se agli stessi non ha fatto arridere la sorte, come si usa dire oggi. Ma se prima avevamo qualche dubbio sulla collera di Zeus, oggi ne abbiamo la certezza, che ci viene data dalla condanna di Antonello Antinoro a sei anni di carcere per voto di scambio con la mafia. Cosa c’entra Antonello Antinoro con il rigassificatore nella Valle dei Tempi, direte voi? C’entra, altro se c’entra. Antinoro fu l’assessore regionale ai BB.CC. che stoppò la delibera con la quale il Parco Archeologico della Valle dei Templi aveva deciso di impugnare al Tar l’ignobile decreto di Via Prestigiacomo-Bondi sul rigassificatore.

Questo Zeus deve essere particolarmente “ncazzuso” contro chi li offende. La sentenza di appello di condanna di Antinoro ha addirittura triplicato la pena di due anni che gli era stata inflitta con la sentenza di primo grado. E gli altri protagonisti del progetto che “salverà l’Italia dal freddo e dal buio” che fine hanno fatto? Cuffaro, che quando scrivemmo il primo articolo era stato condannato a “soli” 5 anni di carcere, ha visto aggravare la sua pena a 7 anni, che sta scontando a Rebibbia (con molta dignità, bisogna ammettere).

Bersani è stato umiliato e sostituito al posto di premier da Letta Nipote, pur avendo “vinto” o, meglio, “non perso” le elezioni. Prodi è stato sbeffeggiato dal suo suo stesso partito, di cui pure era stato uno dei fondatori. Lombardo si è dovuto dimettere anticipatamente da governatore, in quanto indagato per voto di scambio politico-mafioso. E, candidatosi al Senato, è stato sonoramente trombato.

Abbiamo visto, pure, che fine ha fatto il trio di assessori regionali agrigentini Cimino-Di Mauro-Gentile, che, al tempo dell’autorizzazione regionale del rigassificatore, governavano con Lombardo. Gentile, al momento in cui scriviamo, è agli arresti domicilari, dopo essere stato in carcere, in quanto indagato in una sordida vicenda di spreco di fondi regionali, destinati alla formazione di giovani disoccupati. Cimino va “zombando” da un partito all’altro alla ricerca di un futuro politico, che sembra molto incerto per lui. Di Mauro vede liquefarsi il suo partito, l’MPA, con defezioni quotidiane di aderenti, e gli resterà, quanto prima, di intonare la canzone di Don Backy “Ancora una volta ho rimasto solo”.

Concludendo, mentre alla fine del primo articolo invocavo Zeus di non infierire su questi poveretti in quanto affermavano che lo hanno fatto per il nostro bene, oggi, dato che non hanno mostrato segnali di pentimento, dico: “GRAZIE, OH GRANDE PADRE ZEUS”.

Redazione

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