La prefettura di Latina, su richiesta del’Anac, avvia il commissariamento di Ecocar, azienda che gestisce in proroga, in accoppiata con Senesi, il servizio di igiene urbana a Catania. Lo scrive l’Ansa. L’arrivo dei commissari non impedirà alla ditta di proseguire i lavori nei Comuni in cui opera. Ad accelerare il commissariamento sarebbe stata la situazione del Comune di Caserta, dove l’appalto quinquennale da 60 milioni è agli sgoccioli, e dove si renderà necessaria quasi certamente una proroga del servizio. Che, con i rappresentanti della prefettura al posto di comando, potrebbe essere concessa senza problemi.
L’azienda era stata inoltre raggiunta, lo scorso 30 gennaio, da una interdittiva antimafia spiccata dalla prefettura di Roma. Secondo l’Ansa, sarebbe proprio il rapporto di collaborazione con Senesi, di recente colpita dall’inchiesta Gorgoni della procura etnea, a convincere l’ufficio territoriale del governo a emettere il provvedimento interdittivo. «Non ho ricevuto comunicazioni da nessuno – dice a MeridioNews Rodolfo Briganti, rappresentante legale di Senesi – e non abbiamo ricevuto altri provvedimenti. L’interdittiva antimafia che ha colpito la mia azienda – prosegue – è stata sospesa in via cautelativa a dicembre dal Tar, per via di un nostro ricorso. Da allora non abbiamo ricevuto altro». Briganti è accusato di corruzione dai pm catanesi.
Ecocar era stata raggiunta anche nel 2014 da un provvedimento interdittivo, poi annullato nel 2016. L’azienda, nello scorso maggio, aveva ricevuto dal Comune di Catania il servizio di raccolta dei rifiuti con una «aggiudicazione non efficace», dicitura utilizzata quando non sono ancora stati verificati tutti i requisiti necessari per l’aggiudicazione definitiva e, quindi, per la stipula del contratto. Il tutto perché Ecocar non aveva ancora prodotto la certificazione antimafia. Due giorni fa, per altro, è andata deserta, per la terza volta, la gara d’appalto per il servizio di spazzamento e raccolta dei rifiuti celebrata dall’amministrazione comunale. L’assenza di offerte – nonostante i molti aggiustamenti del bando rispetto alla prima versione – è stata considerata «strana» dall’assessore all’Ecologia Rosario D’Agata, che ha deciso di trasmettere gli atti dell’appalto alla procura e all’Anac.
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